90 anni fa una delegazione del Governo italiano, guidata dal Primo Ministro Benito Mussolini (il “Duce” che da oltre 6 anni guidava con pugno di ferro il nostro Paese), entrava nel Palazzo del Laterano (attiguo alla Basilica di San Giovanni in Laterano) e si incontrava con una folta chiera di prealti, capeggiata dal Cardinal Pietro Gasparri, Segretario di Stato di Papa Pio XI. Tra loro era presente anche il giovane don Giovanni Battista Montini, il futuro Paolo VI.
L’occasione era solenne e attesa da ben 6 decenni: la firma del trattato che segnava il ristabilimento delle relazioni tra Stato e Chiesa (la “Conciliazione”) che si erano bruscamente interrotte durante il periodo risorgimentale e l’occupazione dello Stato Pontificio da parte dell’Esercito del neonato Regno d’Italia. Il 20 settembre 1870, infatti, con la famosa “Breccia di Porta Pia”, gli italiani avevano preso possesso della città di Roma, mettendo la parola fine sul millenario potere temporale dei Papi. Da quel momento, i Pontefici che si erano succeduti sul trono di Pietro (Pio IX, Leone XIII, Pio X, Benedetto XV) si erano considerati “prigionieri” entro le mura vaticane. Nei primi 6 decenni di vita dell’Italia unita, il Governo è sempre stato guidato dai liberali (tendenti, di volta in volta, verso destra o verso sinistra), fautori di una netta separazione tra Stato e Chiesa e, sotto molti punti di vista, votati alla causa anticlericale.
Con la fine dell’Italia liberale e l’arrivo dell’Italia fascista, il Tevere si è fatto più stretto e Mussolini, che era un astuto uomo politico, si era reso conto della necessità di allargare la base del consenso verso il suo nuovo regime, coinvolgendo proprio i cattolici.
E così, dopo una lunga trattativa, si arrivava alla fatidica firma dei Patti Lateranensi tra Stato e Chiesa. Da questo accordo è nato lo Stato della Città del Vaticano, in seguito al riconoscimento, da parte dello Stato italiano, della sovranità papale su alcuni territori (San Pietro e alcune Basiliche romane); si accordava al Papa un ricchissimo risarcimento e veniva siglato il Concordato (poi modificato nel 1984) che riconosceva quella cattolica come “religione di Stato”.
Del patto del Laterano si ricorda, in particolare, una frase di Papa Pio XI riferita al Duce: “E forse ci voleva anche un uomo come quello che la Provvidenza Ci ha fatto incontrare; un uomo che non avesse le preoccupazioni della scuola liberale“. Sull’espressione “uomo della Provvidenza” si è detto e scritto di tutto. Va anche detto che dopo pochi anni i rapporti tra il sempre più stabile regime fascista e la Chiesa Cattolica si sono deteriorati (ad esempio, attorno al ruolo giocato dall’Azione Cattolica”.
I Patti Lateranensi, crollato il regime fascista nel 1945, sono poi stati riconosciuti dalla Costituzione repubblicana e hanno segnato la vita del nostro Paese.