«Mio zio Luigi Barcella più che un eroe era un giovane di 17 anni. Era un ragazzo come egli altri e voleva solo continuare a fare una vita normale. Lui raccontava a sua mamma che una volta finita la guerra avrebbe voluto andare in Argentina a vivere, insieme alla sua ragazza Gianna. Però aveva deciso di non rimanere indifferente, di opporsi e di non restare allineato alla dittatura. Questa totale assenza di libertà e democrazia, con il padre che aveva perso il lavoro a causa delle sue idee antifasciste lo avevano spinto a prendere una posizione chiara. Perciò aveva scelto di diffondere l’ideale contro Mussolini e il suo regime». Capelli neri a caschetto. Occhi scuri e fissi nella videocamera. Marina Zanga è la nipote di Luigi Barcella il giovane ranichese morto nel campo nazista di Ebensee nel 1945.
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