Come annunciato nei giorni scorsi da un SMS dell’INPS, a partire da oggi, 31 luglio, è prevista la sospensione del Reddito di cittadinanza per i cosiddetti soggetti ‘occupabili’, dopo la stretta sul sussidio decisa dal governo Meloni. Se ne prevede la sospensione dopo i primi 7 mesi del 2023 per i nuclei nei quali non ci sono componenti disabili, minori o over 60. Sul tema in intervengono oggi Marco Toscano, segretario generale della CGIL di Bergamo, e Annalisa Colombo della sua segreteria.
“Abbiamo cercato di capire quanti siano, a Bergamo, i nuclei familiari interessati. Applicando alla nostra provincia la stessa percentuale nazionale (16% dei percettori) si potrebbero ipotizzare circa 800 famiglie. Ma è un azzardo: ad oggi solo l’INPS è in grado di fornire dati precisi, l’unico a poter accedere ai dati, coperti da privacy, contenuti nelle domande e relativi alla composizione del nucleo familiare, dell’età, dell’eventuale presenza di disabilità” puntualizza Toscano.”Finora l’unica certezza è il testo dell’SMS spedito dall’INPS che fa riferimento all’articolo 13 del decreto legge 48/23 e alla presa in carico dai Servizi Sociali (attenzione! Online circola un riferimento errato, a un decreto diverso, ndr). È un messaggio che spinge le persone rimaste senza il Reddito di cittadinanza a rivolgersi ai Servizi Sociali Comunali i quali non hanno risposte da dare in quanto mancano finora norme di riferimento. Sarà possibile continuare a ricevere il Reddito di cittadinanza fino al 31 dicembre solo per coloro per i quali i 7 mesi previsti dalla Legge di Bilancio 2023 scadono dopo il 31 luglio. Un emendamento introdotto nella conversione in Legge dell’art. 13 del Decreto Legge prevede, infatti, che sarà proprio ‘l’avvenuta presa in carico’ da parte dei Servizi Sociali la condizione per proseguire fino al 31 dicembre l’accesso alla parte residuale dei 7 mesi”.
“Non sono solo i destinatari dell’SMS ad entrare in ansia per il proprio futuro: anche chi potrà accedere al nuovo Assegno di inclusione si trova in difficoltà. Infatti a tutt’oggi non vi sono ancora norme che prevedano modalità di presentazione delle domande. Le persone dovranno ripresentare richiesta, oppure sarà automatico? Peraltro il nuovo Assegno scatterà da gennaio 2024 lasciando scoperti 4 mesi (settembre/dicembre). Lo stesso dicasi per l’altra misura sostitutiva del Reddito di cittadinanza, il Supporto alla formazione che entra in attività da settembre ma di cui non si sa ancora nulla”.
Circa un giudizio complessivo a proposito della sospensione del vecchio sussidio, a commentare è la segretaria della CGIL provinciale, responsabile del Dipartimento Welfare, Annalisa Colombo: “Nei fatti scompare una misura universale di tutela dalla povertà, presente invece negli altri Paesi d’Europa. La platea dei beneficiari è divisa in base alla composizione del nucleo famigliare e non tenendo conto della reale condizione di bisogno, senza peraltro considerarne l’occupabilità (ovvero possibilità di rientrare nel mercato del lavoro). Le persone tra i 18-59 che non percepiranno l’assegno di inclusione (perché nel loro nucleo famigliare non ci sono minori, over 60 o persone con disabilità) potranno, se ne avranno i requisiti, percepire il Sostegno alla formazione (350 euro) nel momento in cui verranno inserite in un percorso formativo ma la piattaforma relativa non è ancora pronta. Il governo, dunque, non è ancora in grado di farsi carico di queste persone cui viene però da subito tagliato il sostegno”.