“La partita venduta con l’Ascoli ci ha portato nel baratro. Da Biancaneve siamo diventati la strega. A Brescia eravamo con due pullman blindati e abbiamo vinto. Ora siamo rimasti solo noi tifosi amareggiati.
Perché non tornare a giocare a Leffe?”
Non sono poi così lontani i tempi in cui Gianni Radici scuoteva il suo bastone nel salone di casa seduto vicino a sua moglie Luciana per incitare la squadra in tv. O forse sì. E sembrano lontani anni luce i riflettori del ‘sogno seriano’ che è finito anche su pellicola ed è diventato un film dove la ‘grassa’ (nel senso del benessere economico) Leffe aveva il pallone gonfio, in tutti i sensi, e dall’Albinoleffe transitavano pezzi da novanta come Pippo Inzaghi e Federico Marchetti e in panchina sedeva anche il baffo cremonese, Emiliano Mondonico. La serie A a un passo, un soffio, un filo, uno sputo, un niente. E poi boom. Il calcio scommesse sbatte ancora l’Albinoleffe in prima pagina, ma per tutt’altro motivo. La squadra seriana è quella con più indagati, con più partite coinvolte, il risucchio calcistico va di pari passo con la crisi economica che mette in ginocchio Leffe. Calcio metafora della vita. Il pallone si sgonfia. Le ditte chiudono. Lo stadio si svuota. Anche se in realtà il numero dei tifosi dell’Albinoleffe non è mai stato troppo alto, ma lo zoccolo duro si assottiglia. Seduto sugli spalti o al bar, a seconda di che domenica fosse, e a seguire la parabola ascendente e discendente della ex favola seriana, c’è sempre stata una persona, che è poi l’attuale sindaco di Leffe, Giuseppe Carrara, per tutti Giuppy, ultras nostrano della prima ora, e uno dei fondatori del gruppo della storica tifoseria.
Ed è lui nel doppio ruolo di tifoso e di sindaco che amaramente racconta la favola che non si è conclusa con il classico lieto fine. Anzi. Il rischio è che la situazione peggiori (…)
SU ARABERARA IN EDICOLA PAG. 2