Le due pagine di Bergamo raccontano le spaccature nei partiti, personalismi emergenti, correnti e defezioni. Perché la politica fluida produce ambizioni personali della serie “se ce l’ha fatta Renzi cosa mi manca per avere anch’io una mia corrente?
Il che ha prodotto anche a livello nazionale delle spaccature evidenti. Ma poi succede come certi generali che credevano, ai tempi della sfacelo dell’impero romano, di farsi proclamare imperatori ma tra le loro truppe perfino i caporali pensavano la stessa cosa e quindi c’erano troppi aspiranti imperatori senza legioni adeguate. Prendere i “civatiani” del Pd, quelli avrebbero in teoria seguire nell’uscita dal Pd il loro leader. Raccontiamo come i bergamaschi si siano subito riposizionati e non l’abbiano seguito. E nel Pd le minoranze fondano “Bergamo Europa” e non si capisce se vogliono espatriare o che altro.
Intanto Forza Italia dopo le elezioni è a rischio frantumazione. Se ne va Marco Pagnoncelli in forte dissidio con il collega senatore Enrico Piccinelli. Della serie, qualche frattura senza pretese abbiamo anche noi qui al pese. I particolari nell’articolo. E poi la Lega che è vincente ma tutti vogliono un posto comodo sul carroccio e la frattura tra Malanchini, responsabile fino a poco fa degli enti locali e il segretario provinciale Daniele Belotti ha prodotto un promoveatur ut amoveatur in modo che Malanchini si toglie dalle… balle e sbarca a Roma come responsabile “nazionale” degli enti locali, liberando spazio a Bergamo.
E poi c’è Del Rio che si è trovato a Bergamo con due dossier sulle opere ferroviarie e viarie da fare. Così, come l’asino di Buridano, capace che non ne scelga nessuna.
SU ARABERARA IN EDICOLA ALLE PAGG. 6-7