(An. Ca.) Sembrava solo un escamotage, una mossa anche un tantino provocatoria, per scongiurare il “pericolo” dell’arrivo in paese di una sessantina di profughi: costituire una cordata di imprenditori locali che acquistasse la struttura dell’Albergo Belvedere, offrendo ai fratelli Milesi, i proprietari, una somma che compensasse il prezzo della mancata ospitalità agli immigrati, una somma che, si vocifera, si aggirerebbe sui 600.000 euro. Due piccioni con una fava, come si dice, perché poi l’intera struttura, opportunamente ristrutturata – pare che ci siano problemi di sicurezza e presenza di amianto – nelle intenzioni degli acquirenti sarebbe destinata a diventare una Casa di Riposo.
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