Dopo aver affrontato un processo penale che ha preso le mosse da una denuncia sporta dall’Unione Media Val Cavallina, la dipendente ne esce a testa alta. L’Unione, il suo Presidente Massimo Armati e la dottoressa Borsellino, invece ne escono con le ossa rotte e con loro, pure la reputazione delle nostre istituzioni, trascinate dentro un conflitto senza precedenti con un’arroganza e una presunzione senza misura. Ricordiamo che la persona in questione è dipendente dell’Unione da parecchi anni (quindi da molto prima che il nuovo segretario si insediasse).
“Il fatto non sussiste”: questa la sentenza emessa e passata in giudicato. Nessuna impugnazione è stata infatti presentata nei termini di legge forse per timore di andare a sfracellarsi per l’ennesima volta. La vicenda è terminata senza “se” e senza “ma”, con l’assoluzione piena dell’imputata.
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