Sergio Piffari “bruciato” nei bed & breakfast

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    Sergio Piffari. Classe 1961, nato a Valbondione il 18 maggio. Diplomato presso l’istituto tecnico industriale. Dal 1983 al 1985 è stato direttore degli impianti di risalita a Lizzola. Dal 1991 al 2001 è stato sindaco di Valbondione. Dal 1999 al 2003 assessore al turismo in Comunità Montana. Nel 1999 eletto consigliere provinciale. Dal 2007 al 2009 assessore al personale del Comune di Bergamo quando sindaco era ancora Roberto Bruni, segretario regionale dell’Italia dei Valori e nel 2008 è stato eletto deputato sempre dell’IDV e nella passata legislatura faceva parte della VII Commissione parlamentare (ambiente, territorio e lavori pubblici). Insomma, un curriculum politico di tutto rispetto. Poi il terremoto. Tutto comincia lunedì 26 novembre 2012. Nella fascia oraria fra il telegiornale serale e la prima serata va in onda Striscia la Notizia, che trasmette un servizio riguardante l’onorevole dell’Italia dei Valori Sergio Piffari. Max Laudadio, calatosi nella parte del Cicalotto, interpella l’onorevole di Lizzola in merito ad alcuni finanziamenti pubblici ricevuti nel 2006 dalla sua famiglia per l’apertura di due bed & breakfast. Il servizio si apre con la segnalazione fatta da Walter Semperboni, cittadino di Lizzola dunque compaesano dell’onorevole: “L’onorevole Sergio Michele Piffari dell’Italia dei Valori nel 2006 ha ricevuto dei finanziamenti, e questi finanziamenti non si sa bene in che modo siano stati usati”. Chi li ha presi questi finanziamenti e cosa ci avrebbero dovuto fare?, chiede Laudadio. “Li hanno presi lui e sua moglie. Io so che con quella cifra la moglie doveva aprire un b&b, che però risulta solo sulla guida telefonica. Se lei chiama al numero di telefono di questo locale, dicono sempre o che è pieno, in qualsiasi stagione, o che hanno dei lavori, però questi lavori sono perenni e non si vede nessuno che sta lavorando. Perché è l’abitazione dove abitano l’onorevole Piffari e la sua famiglia”. Lei è sicuro che lui abiti lì con la sua famiglia e che abbia preso dei finanziamenti?, domanda Laudadio, “Sicurissimo al mille per mille, e questo bed & breakfast non c’è, se non sulla guida telefonica”, risponde Semperboni. A questo punto Laudadio approfondisce la vicenda, prima mostra i documenti che testimoniano i finanziamenti ricevuti nel 2006, si tratta di 100.000 euro alla moglie dell’onorevole in data 3 maggio 2006, e circa 98.000 euro all’onorevole il 4 agosto 2006. L’attività del b&b della signora Dina, quantomeno sulla carta, esiste di certo, basta ricercarlo nei portali online di b&b. Vengono fatte ulteriori verifche effettuando alcune telefonate e poi citofonando all’indirizzo del b&b Dina. Le risposte che vengono fornite dai proprietari sono varie: “È chiuso, adesso stiamo facendo dei lavori, penso che apriremo per Natale, siamo chiusi, non facciamo più attività”. Poi l’inviato di Striscia mette le vesti del suo personaggio, il Cicalotto, e va a chiedere spiegazioni all’onorevole in persona: è possibile prenotare una cameretta nel b&b di sua moglie? “No, è chiuso da un po’ di mesi”. Non state ristrutturando? “Sì stiamo facendo anche un po’ di lavori”. Le malelingue dicono che avete preso 100.000 euro di finanziamenti pubblici e invece avete ristrutturato la casa: “Non è vero, c’è l’attività”. Voi potete dimostrare di aver avuto clienti? “Sì”. Non è che ci sono stati altri finanziamenti in giro? “No”. Chi ha ricevuto altri finanziamenti della sua famiglia? “Nessuno”. Lei l’ha preso un finanziamentino? “Personalmente sì, una mia azienda, è ancora aperto”. Cosa era? “Un bed & breakfast”. Altri 100.000 euro di fnanziamento? “Sì”. Esiste questo b&b? Vi lavora lei? “Sì esiste, non ci lavoro io, ho lì mia nipote”. La prima puntata si conclude così. Il giorno seguente, martedì 27 novembre, Striscia La Notizia torna ad occuparsi di questo caso, in una puntata che ha fatto registrare un ascolto medio di oltre 6 milioni di telespettatori. Su Canale 5 mandano per prima cosa la replica dell’onorevole: “Ho saputo che c’è un’inchiesta di Striscia La Notizia su dei b&b nel comune di Valbondione, realizzati con contributi della Regione Lombardia o meglio della Comunità Europea, secondo l’annuncio pubblicitario senza mai essere stati aperti al pubblico. Sono aziende regolarmente registrate, se si riferisce perlomeno a quella che era intestata al sottoscritto e a quella intestata a mia moglie, che hanno i loro bilanci e la loro contabilità depositata presso il Tribunale e la Camera di Commercio di Bergamo. E nel caso specifco di mia moglie voglio far presente che nel 2011 a marzo subisce un intervento all’anca, non dovrei neanche dirlo perché mi vergogno di dover giustifcare certe scemenze, e quindi per sei mesi comunichiamo all’autorità competente la sospensione dell’attività di B&B. Tutti mi conoscono come albergatore della valle, sanno che abbiamo un albergo con 50 camere assieme alla famiglia e che quindi quando c’è il periodo di bassa stagione e quindi avendo dipendenti pagati in quell’azienda, se c’è la richiesta di una camera dirottiamo i clienti su questa azienda. Quindi il servizio di alloggio viene garantito a tutti i clienti. Naturalmente se si arriva nel mese di novembre, periodo freddo in cui costa molto anche attivare caldaie, se non si è avvisati prima le case rimangono chiuse. La cosa che più però mi ha fatto male è che nessuno mi ha avvisato che si trattava di Striscia La Notizia”. Poi Laudadio ‘svela’ di aver trovato nello stesso bando regionale i finanziamenti rilasciati alla nipote per circa 98.000 euro, al nipote per circa 98.000 euro, e ad un’altra nipote per 100.000 euro. Non è ancora finita. Giovedì 29 novembre il programma di Antonio Ricci torna sull’argomento. Laudadio si reca personalmente a Lizzola frazione di Valbondione a controllare tutti gli edifci per i quali era stato ricevuto il finanziamento, e osserva che l’unico b&b recante un’insegna – un b&b che ha ricevuto i finanziamenti come gli altri – non appartiene alla famiglia dell’onorevole. Laudadio chiude il servizio promettendo di tornare nuovamente sulla vicenda. Ci torna, effettivamente, il giorno dopo, venerdì 30 novembre, chiedendo delucidazioni a un commercialista in merito alle dichiarazioni rilasciate dall’onorevole Piffari. Nella sua dichiarazione, l’onorevole aveva parlato di un’attività di b&b che era intestata a lui, con queste parole: “Sono aziende regolarmente registrate, se si riferisce perlomeno a quella che era intestata al sottoscritto e a quella intestata a mia moglie, che hanno i loro bilanci e la loro contabilità depositata presso il Tribunale e la Camera di Commercio di Bergamo”. Il tormentone va avanti, Piffari intanto si dimette da responsabile regionale dell’IDV e rimane fuori dai giochi delle regionali. Bruciato.