Mentre a Roma giocano a Risko,la gente conta disperata gli spiccioli

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    DOPO L’AUMENTO DEI TICKETS E LE LUNGHE LISTE DI ATTESA

    Allo sportello contando i soldi e rimandando la mammografia

    Isa quella mattina aveva in mano l’impegnativa con l’appuntamento per una mammografia di controllo, nell’altra la borsa con il portafoglio con 50 euro, 3 euro per il pullman, 1,50 per andare e 1,50 per tornare, 5 euro in preventivo per comprare il pane e il latte e poi il ticket della mammografia. Che Isa ripete ogni anno da quando 8 anni fa le hanno asportato una ciste alla mammella sinistra. Isa si presenta allo sportello del Cup e fa la coda, allunga l’impegnativa e 40 euro e aspetta il resto di 4 euro. L’impiegata si avvicina allo sportello e le dice che con la manovra fnanziaria il ticket è passato da 36 a 48,30 euro. Sono le 10 di un lunedì mattina, Isa ha l’appuntamento alle 10,30. Riprende le due banconote da 20 euro, ritira la sua impegnativa, abbassa la voce e dice all’impiegata: “Mi spiace, non posso farla, non mi bastano i soldi, la farò fra qualche mese”. Ripiega l’impegnativa nella busta, la infla in borsa ed esce. A raccontare l’episodio un’impiegata di un Cup dei nostri ospedali: “E non è l’unica, sono sempre di più quelli che rinunciano ai controlli dopo l’aumento”. E oltre all’aumento ci sono i tempi d’attesa: “Per una mammografa bisogna aspettare anche sei mesi, a quel punto aggiungendo 30 euro si va in privato e si fa la mammografa il giorno dopo, addirittura con gli esami del sangue si paga meno che nel pubblico per una questione di sovrapposizione di ticket. Insomma si sta facendo di tutto per incentivare la gente ad andare nel privato”. Anche venti euro in meno di risparmio, andando in privato sugli esami del sangue e sulle radiografie. Oramai nel privato conviene. Oltre ai tempi d’attesa ridotti a zero, da quando c’è stata l’introduzione dei nuovi ticket, nel privato, per molte prestazioni si paga meno che nel pubblico. Niente coda dal medico di base dunque, niente impegnativa che scade, niente ticket ed ecco che una ‘glicemia’ costa 4 euro contro i 13 della sanità pubblica. E arriva anche il fenomeno dei ‘frontalieri’ del ticket. Negli ospedali lombardi, dopo l’introduzione della nuova legge finanziaria, sino al 31 luglio si pagava già il ticket di 10 euro per le visite specialistiche negli ambulatori, in Piemonte invece no. Così chi abitava nei paesi della Lomellina, praticamente attaccati al Piemonte, e aveva bisogno di una visita specialistica piuttosto che andare a Vigevano o Pavia sceglieva Casale Monferrato, Vercelli, Novara e Alessandria. Ma dal 1 agosto la situazione è addirittura peggiorata. Tolti i 10 euro è stata introdotta una manovra addirittura peggiorativa, l’aumento per le visite va da un minimo di 5 a un massimo di 30 euro a seconda dell’importanza della visita, tradotto: più si è malati e più si paga. Esempio: se un malato ha bisogno di una tac che solitamente viene fatta per diagnosi importanti paga addirittura 30 euro in più di prima e se il problema medico è minimo si paga meno. In teoria dovrebbe essere il contrario, in pratica invece il danno si aggiunge alla beffa, più si sta male e più si paga. Legge beffa dovuta al fatto che chi è più malato necessita di più visite e quindi si prelevano più soldi per la sanità. E la questione riguarda solo la Regione Lombardia che dovrebbe essere la Regione per eccellenza sulla sanità. E alla base di tutto c’è sempre lei, la crisi. Il centro Studi di economia sanitaria, Ceis-Tor Vergata, ha calcolato che nel 2010 in Italia più di 3 milioni di persone hanno avuto problemi economici a causa delle spese sanitarie e che oltre 2 milioni e mezzo di italiani, soprattutto famiglie con bambini e pensionati, sono stati costretti a rinunciare a visite, analisi o appuntamenti dal dentista. E così, per fermare l’emorragia di pazienti/clienti anche gli studi medici e le strutture sanitarie hanno deciso di cominciare a fare come le grandi compagnie, tutto a basso costo, come hanno già fatto gli aerei, abbigliamento ed altre professioni. Secondo l’indagine condotta dalla Scuola di Formazione Continua del Campus Biomedico di Roma,(che non a caso sta avviando un master in imprenditorialità sanitaria) le strutture sanitarie low cost riescono in media a far risparmiare tra il 30% e il 60% rispetto alle normali tariffe di mercato. E lievitano le proteste, foccano le lamentele ad esempio per la legge antifumo, una legge che giace da tre anni al Senato, in commissione Sanità l’accordo c’è, ma da un anno si attende il sì della commissione Bilancio. Un ritardo per molti poco comprensibile visto che la legge non ha bisogno di copertura fnanziaria, ma si autofnanzia grazie alla tassa. Ma, si sa, le lobby del tabacco sono molto attive. Il senatore Marino ha anche fatto i conti: i fumatori in Italia sono 11 milioni e 800 mila e consumano 13,6 sigarette al giorno, applicando una tassa di 50 centesimi in un anno si otterrebbe quasi un miliardo e mezzo, esattamente 1.464.380.000 euro, quasi il doppio degli 834 milioni di euro annui previsti con l’ingresso dei nuovi ticket.

    I TEMPI DI ATTESA PER IL SOCCORSO

    Al Pronto Soccorso aspettando un medico che non arriva

    L’altro tasto dolente si chiama Pronto Soccorso. In Italia si aspetta fno a dieci ore di attesa al Pronto Soccorso per farsi visitare da un medico, anche se il sospetto è di avere un infarto. E’ solo uno dei tanti dati che si trovano in un’indagine durata tre anni e che adesso è all’esame della Commissione Igiene e Sanità del Senato. Basta analizzare proprio l’area dell’assistenza all’attacco cardiaco/infarto miocardico acuto: solo il 10% dei pazienti giunge in Unità di terapia intensiva coronarica entro le prime due ore, e un altro 30% impiega tra le due e le sei ore dall’inizio dell’attacco acuto. Il tempo medio di attesa pre-intervento medico è di 200 minuti sul territorio nazionale, con picchi di 600 minuti, quindi dieci ore, in alcune regioni del sud Italia. Insomma, non dappertutto funziona allo stesso modo, messi male Molise e Abruzzo in Centro e nel Sud Campania, Puglia e Sicilia per mancanza di aspetti come ‘l’assenza di una rete cardiologica, la mancanza di un protocollo standard per il dolore toracico, il prolungamento eccessivo del tempo medio di attesa’. Una situazione drammatica ma che si spiega anche col fatto che negli ultimi dieci anni il numero degli accessi al Pronto Soccorso è aumentato del 50% circa, arrivando a una cifra che si avvicina ai 30 milioni, molti di questi utenti però non erano casi per niente urgenti e avrebbero potuto anche rivolgersi al medico di famiglia. Insomma, il problema è anche quello, troppi utenti contribuiscono comunque a creare caos e lungaggini e ad andarci di mezzo sono i malati gravi. Nell’indagine comunque si fa riferimento ai dati relativi ai tempi di attesa minimi, medi e massimi nei Dea (dipartimento emergenza sanitaria) e negli Eas (Pronto Soccorso ad alta specialità). In Lombardia si può attendere (mediamente) fino a 95 minuti; in Veneto 62,5; in Piemonte 60. Problemi anche sul fronte del trasporto dei malati. Secondo l’indagine il tempo accettabile si aggira attorno ai 30 minuti, ma la media va dai 46 minuti di attesa per la Liguria ai 60 della Sardegna, mentre per i Pronto Soccorso ad ‘alta specialità’ i tempi massimi sono altissimi, nel Lazio bisogna aspettare 127 minuti, in Puglia addirittura 154 minuti.

    In Lombardia più stai male e più paghi Malattie gravi con ticket maggiorato

    Con la nuova legge finanziaria in Lombardia sino al 31 luglio si pagava un fisso di 10 euro a ricetta. Con il 1 agosto è entrato in vigore anche in Lombardia il ticket sulle prestazioni sanitarie deciso da un’ulteriore manovra finanziaria. Ma la regione Lombardia stava cercando una modulazione alternativa delle tariffe rispetto al ‘+10 euro’ per ogni prestazione, stabilita dal ministero dell’economia. E così al posto del ticket indifferenziato ci sono 16 diverse soluzioni a seconda del costo degli esami che vengono richiesti. Restano ferme le regole già in vigore per le prestazioni di pronto soccorso: 25 euro per i codici bianchi ed esenzione per gli altri codici. Per le prestazioni diagnostiche, invece, per sapere a quanto ammonta il ticket occorre prima capire quanto costano, perché sono state divise in fasce. Per prestazioni fino a 5 euro non ci sarà il ticket. Poi si pagherà il 30% del valore più basso della fascia. Ad esempio, da 5,01 euro fino a 10 euro di costo, si pagherà un ticket aggiuntivo di 1,50 euro, pari al 30% di 5. L’ultima fascia (oltre 100 euro di valore della ricetta) comporterà un ticket di 30 euro. Cosa vuol dire? Vuol dire che si paga in base all’importanza della prestazione che si deve fare. Ad esempio un’ecografa, una tac o una risonanza vengono a costare ben 30 euro in più rispetto a prima perché considerate esami importanti. Insomma una legge capestro, più si sta male e più ci si ammala, alla faccia della tutela del malato.

    INTERVENTO DEL SEGRETARIO DELLA FEDERAZIONE ITALIANA AUTONOMIE LOCALI E SANITÀ

    “Luci ed ombre sulla Sanità lombarda: il caso della ‘vocalista’ del ministro Maroni e i concorsi indetti invece della mobilità…”

    La nostra Federazione Sindacale desidera intervenire in merito al vivace dibattito che scuote le forze Politiche Regionali e Sindacali in merito alle presunte irregolarità adottate dall’azienda Ospedaliera Treviglio–Caravaggio nella selezione per il conferimento d’incarichi a tempo determinato per varie qualifche professionali. La procedura adottata dalla succitata amministrazione ha suscitato perplessità e fondati sospetti, in considerazione del fatto, che una prescelta sia la vocalista del gruppo musicale del Ministro Maroni (di cui fa parte anche il d.g. dell’ASL di Lodi). Oppure che un altro prescelto risiede nello stesso paese del Direttore Generale, era ultimo in graduatoria per curriculum e titoli, nella prova orale si è rivelato un genio ottenendo il massimo punteggio consentito 50/su 50 superando cosi tutti gli altri concorrenti. Ovviamente la direzione Generale dell’A.O smentisce categoricamente le ipotesi avanzate e garantisce che a Settembre avvierà un’inchiesta interna al fine di sgomberare il campo da dubbi ed incertezze sulla regolarità della procedura adottata. La segreteria provinciale della FIALS di Bergamo non nutre dubbi. Sicuramente la commissione interna certificherà la regolarità della selezione e cosi pure farà l’assessore alla Sanità in risposta all’interrogazione presentata da alcuni consiglieri regionali. Impossibile per tutti dimostrare il contrario in assenza di prove, a meno che, ipotesi molto improbabile, agli atti siano conservate le registrazione dei colloqui effettuati. Solo cosi l’amministrazione potrebbe dissipare i dubbi e le incertezze che permangono. sulla regolarità e l’imparzialità dei giudizi espressi . Per queste motivazioni riteniamo inutile e necessario andare oltre il dibattito politico; ad ognuno il suo mestiere, dovrà essere la magistratura ad accertarne la fondatezza e l’eventuale responsabilità sulla vicenda delle presunte assunzioni facili di Treviglio. Come del resto richiedono ampio dibattito poli- “Luci ed ombre sulla Sanità lombarda: il caso della ‘vocalista’ del ministro Maroni e i concorsi indetti invece della mobilità…” INTERVENTO DEL SEGRETARIO DELLA FEDERAZIONE ITALIANA AUTONOMIE LOCALI E SANITÀ tipico e approfondite indagini le motivazioni che hanno indotto tutte le Aziende Sanitarie Bergamasche che con indifferenza e una sfacciataggine senza confronto, non si attengono alle disposizioni di leggi che prevedono legittime modalità alternative, che peraltro non comportano nessunissima spesa aggiunta, al contrario delle costosissime procedure concorsuali. Tale orientamento coincide peraltro con una situazione economica e finanziaria del paese fortemente stressata dalle ben note vicende internazionali che potrebbe avere effetti catastrofici sull’economia mondiale, Coincide con il forte indebitamento di Regioni , Province, Comuni, in particolare di A.S.L e Aziende Sanitarie. Allora noi ci chiediamo: “Perché non risparmiare e rispettare i vincoli Legislativi imposti“? Non vorremmo che queste anomale scelte aziendali di dubbia legittimità potessero nascondere una strategia di fondo “quella d’effettuare nuove assunzioni clientelari“. Normative Nazionali Leggi Regionali hanno trasformato le Direzioni Generali delle Aziende Sanitarie Pubbliche nell’area di maggior potere Politico della storia Repubblicana, un potere Monocratico assoluto che risponde solo ai funzionari Regionali che li hanno nominati. Aziende Sanitarie, che gestiscono unilateralmente ingenti patrimoni economici Pubblici derivanti dal sacrificio dei cittadini contribuenti. Dai dati ufficiali emersi dalla Regione Lombardia, si rileva che gli Ospedali Riuniti di Bergamo nel 2010 hanno introitato 177.913.304 milioni d’euro – il Bolognini di Seriate 90.255.304 milioni d’euro -, Treviglio – Caravaggio 79.812.624 milioni d’euro. Verificato il fallimento, del processo di Aziendalizzazione introdotto dalla Legge 502 /93, sarebbe opportuno, a nostro parere, superare l’attuale Gestione Monocratica delle Aziende Sanitarie pubbliche con organi collegiali territoriali, non politicizzati, ma composti da tecnici di comprovata esperienza del Settore . Solo cosi si potrebbero arginare l’ingordigia Padana che non conosce limiti e occupa tutti i centri di potere della Sanità lombarda; dall’assessorato alla Sanità alle Direzioni Generali e amministrative di numerose Aziende Sanitarie. A Bergamo due delle quattro Aziende sono di nomina Leghista – l’ASL e l’Azienda Ospedaliera di Treviglio – Caravaggio. La vicenda delle assunzioni sospette avvenute a Treviglio potrebbe non essere un fenomeno isolato, ma andrebbe esteso a tutte le Aziende Sanitarie Bergamasche. Infatti, sarebbe utile una verifica da parte della Corte dei Conti per capire le motivazioni che inducono le Pubbliche amministrazioni a privilegiare costosissime procedure concorsuali anziché attenersi alle discipline previste dalle norme vigenti finalizzate per il contenimento della spesa Pubblica . Abbiamo Pubblici Dipendenti dichiarati da altre amministrazioni in esubero, Cassaintegrati ecc .ecc., personale che vorrebbe attivare la mobilità per molteplici motivazioni, anche di carattere Sociale, noi ci chiediamo perché anziché bandire concorsi pubblici non utilizziamo queste risorse? Il legittimo dubbio da noi espresso deriva dal fatto che tutte le Aziende Sanitarie Bergamasche; gli Ospedali Riuniti di Bergamo – la Bolognini di Seriate – la stessa Azienda Ospedaliera Treviglio Caravaggio, hanno bandito concorsi Pubblici per varie qualifiche di personale, disattendendo le indicazioni emanate dal dicastero della Funzione Pubblica sul contenimento della spesa e dei principi di efficienza ed economicità contemplati dall’art. 3 L. 241/90 dell’art.97 della Costituzione – violato quanto disposto dall’articolo 29 -.Bis e 30 del testo unico del Pubblico impiego, introdotti dal D.lg. n. 150 del 2009 – disposizioni queste che obbligano tutte le Pubbliche amministrazioni ad espletare, prima di attivare le procedure concorsuali finalizzate alla copertura di eventuali posti vacanti nelle dotazioni organiche ad utilizzare l’istituto della mobilità volontaria tra enti del comparto e con altre amministrazioni di comparti diversi (Mobilità intercompartimentale, anche se per attivare tale procedura manca ancora il decreto attuativo contenente le tabelle di equiparazione tra i livelli di inquadramento per permettere i trasferimenti tra comparti diversi). Sulla disapplicazione delle suddette norme sono già intervenuti la Corte dei Conti e numerosi Tar – annullando le procedure concorsuali espletate con un ingente danno erariale a cui gli stessi amministratori saranno chiamati a risponderne personalmente. Lo stesso Consiglio di Stato si è pronunciato nel merito con sentenza n. 5830/2010 che inequivocabilmente ha sancito l’obbligo di tutte le pubbliche amministrazioni di coprire eventuali posti vacanti con le procedure di Mobilità, prima di procedere all’espletamento delle procedure concorsuali. La nostra Federazione Sindacale non vuole assistere passivamente allo strapotere delle direzioni Generali delle Aziende Sanitarie che sistematicamente violano norme contrattuali e vincoli legislativi e restano impunite. A nulla sono servite alcune segnalazioni da noi avanzate ai massimi esponenti degli organismi Regionali che hanno disatteso l’obbligo morale ed istituzionale d’intervenire sui fatti di dubbia legalità da noi più volte evidenziati. Nulla è cambiato, fatti e misfatti sono rimasti sempre impuniti da inchieste interne o verifiche Regionali di parte, che guarda caso hanno sempre certificato la regolarità delle procedure adottate. Per queste motivazioni la presente istanza la inoltriamo solo alla stampa e al dipartimento della Funzione Pubblica presso l’ufficio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, agli altri citati in indirizzo la inviamo solo per conoscenza. Nel frattempo demanderemo al nostro studio legale il compito d’inoltrare presso la Corte dei Conti un Esposto Denuncia nei confronti di tutte le Aziende Sanitarie Bergamasche: di Treviglio – Caravaggio – dell’ASL di Bergamo – degli Ospedali Riuniti di Bergamo – e dell’A.O Bolognini di Seriate, onde accertare se prima d’espletare le procedure Concorsuali siano state esaminate le domande di Mobilità in entrata. Inoltre assisteremo al ricorso inoltrato presso il TAR di Brescia da due nostri iscritti per il mancato accoglimento della loro domanda di mobilità su posti a cui l’azienda di Treviglio – Caravaggio (di nomina Leghista) recentemente ha espletato Pubblico Concorso. Presenteremo un Esposto Denuncia presso la Corte dei Conti contro l’ASL di Bergamo (pure di nomina Leghista) per aver espletato Pubblico Concorso per posti d’autista senza attingere ai numerosi cassaintegrati a cui è retribuito il salario con le risorse dei contribuenti. Inoltre ha ricoperto il posto vacante d’autista responsabile del parco auto con l’istituto del comando in ambito Regionale, quando abbiamo in una Azienda Bergamasca un dipendente Pubblico dichiarato dall’amministrazione d’appartenenza in esubero, da ben 16 mesi in cassa integrazione…