OTTO ANNI DI APPARIZIONI A LOVERE SUL PRATO DELLA MADONNA. LA CHIESA DIVISA

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Lunedì 10 agosto. Leonia ci aspetta al Prato di Lovere, aperto per l’occasione. Sono in compagnia di una nuova amica che fa parte dell’Associazione nata nel 2007. Il pomeriggio è caldo, ma piacevolmente ventilato. Ci presentiamo, mi colpiscono subito i suoi occhi, sprizzano gioia, felicità. Sono quelli tipici di una persona innamorata, non per forza di un uomo o di una donna. No, lei lo è della Santissima Maria, non serve che poi me lo confermi. Ci sediamo e lei invoca la presenza dello Spirito Santo su questa nostra conversazione, lo invoca anche per i sofferenti, i soli, i più deboli. Mi invita a recitare una coroncina del rosario. La nostra prima mezz’ora passa così. Isolate, seppur nel mezzo di una cittadina di più di cinquemila persone come Lovere. “Questo Prato l’ha voluto la Santissima Mamma – racconta Leonia – l’ha chiesto Lei in uno dei primi messaggi. Questo luogo dovrebbe essere sempre accessibile a tutti, in qualsiasi orario, ma dopo qualche segno di vandalismo notturno, anche se non grave, ho dovuto decidere per un cancello e fissare tempi di apertura. Una parte era di mia proprietà, frutto di un’eredità; grazie ad un piccolo mutuo, l’Associazione  ha comprato la parte che era dei miei parenti, la mia l’ho donata. Ci sono spese fisse per la manutenzione, le luci, il gazebo per quando piove… sogniamo di poterci permettere, al suo posto, una piccola struttura chiusa. I finanziamenti derivano dall’autotassazione degli associati, dalla vendita del libro e dei lumini, da offerte libere. I soldi servono a mantenere il Prato, ad aiutare due famiglie bisognose di Lovere e l’opera missionaria di una suora in Uganda. Qui si respira pace e fraternità (…)

Era il 5 agosto 2007, in casa mia. Aveva un abito turchese meraviglioso, un velo bianco dalla testa ai piedi, un fascio di rose bianche in vita per cintura. Di carnagione molto scura, giovane, di una bellezza perfetta. Viene sempre nella luce, tante volte non parla, a volte, invece, lascia messaggi personali o per tutto il mondo” (…)

E con Leonia sta, sottotraccia, anche una ‘fetta’ di Chiesa, un frate cappuccino di Lovere li segue da vicino ed è il padre spirituale di Leonia, non vuole essere nominato ‘perché anche tra i frati c’è chi ci crede e chi no’, ma anche Don Severo Fornoni, parroco di Rovetta che il 15 agosto celebra quella che l’Associazione chiama la ‘consacrazione’ degli adepti. Ma anche don Franco Defendi, in passato parroco di Bianzano, che è stato il primo ad appoggiare Leonia e che sulle apparizioni è chiaro e ci crede: “Non so perché – scrive – a cavallo tra la provincia di Bergamo e la diocesi di Brescia ci sia stata e continui a manifestarsi Maria, la santissima Madonna di tutti noi. Lo sa Lei. Ci sono dei tempi forti nella storia ‘kairòi’ (Abramo, Mosè, Esodo, profeti, Gesù al vertice, la diffusione del Cristianesimo dalle Indie all’America Latina…) in cui Dio si impegna di persona. Dopo l’Annunciazione, guarda caso, c’è sempre la sua santissima Mamma. La ‘Madonna del prato’ non potrebbe essere uno di questi casi? la diocesi di Bergamo è una di quelle che racchiude un notevole numero di santuari. Grandi miracoli? no, ma tanti santuari…e perché allora scartare a priori che la Madonna del prato sia apparsa per dirci: sono la santissima Mamma di tutti voi? perché se è apparsa ad Albano Sant’Alessandro per guidare due poveracci smarriti non può essere apparsa a una persona smarrita nella fede per portarla alla santità?”.  (…)

Leonia, vedova con due figli, una vita a lavorare, a Lovere se la ricordano tutti per quando gestiva il bar del centro storico, quello in San Giorgio a due passi dalla chiesa e da Piazza Vittorio Emanuele. Leonia in chiesa non è che ci andasse molto, anzi, quasi per niente: “E’ successo tutto quasi per caso, sono stata a Lourdes con una comitiva di Brescia, ero diffidente, ma poi quando arrivi là credo sia naturale anche per chi ha poca fede come ne avevo io sentirsi un po’ diversi, gli ammalati, la speranza che si respira in ogni caso qualcosa lasciano, mi sono avvicinata con curiosità al classico bagno nella vasca d’acqua benedetta ma la scintilla è scattata quando ho baciato la statua di Maria. Ho sentito che qualcosa dentro di me cambiava, come se mi si rovesciasse l’anima, lì ho capito che stava succedendo qualcosa, che cosa fosse non lo so bene nemmeno io, non ero preparata e anche se si è preparati sono cose che vanno aldilà della nostra ragione, non riuscivo a dare una risposta e non me la sono voluta nemmeno dare”

Leonia torna a casa, a Costa Volpino, qualcosa comincia a cambiare, Leonia inizia ad andare in chiesa, di quello che è successo non ne parla con nessuno, comincia a sentire una voce, qualcosa di caldo dentro, Leonia decide di andare a Gallinaro, vicino a Frosinone, dove sorge il Santuario del Bambin Gesù, ormai venerato da migliaia di fedeli provenienti da ogni parte d’Italia. Appena arriva davanti alla statua della Madonna succede qualcosa: “Sono caduta nel riposo dello spirito”. Che sarebbe? “Nemmeno io lo sapevo prima di provarlo, svenivo, perdevo conoscenza, mi sentivo male e mi addormentavo, mi risvegliavo dopo qualche minuto, e quando perdevo conoscenza sentivo una voce, sentivo qualcosa dentro”.

A Leonia da allora succede spesso: “Me l’hanno spiegato gli altri che si chiama ‘riposo dello spirito’, mi succede soprattutto quando vado dal Bambin Gesù a Frosinone, ci sono stata anche la scorsa settimana, all’improvviso inizio a sentire una sensazione strana, sto male e mi metto a piangere, vedo una luce e poi perdo conoscenza”. (…)

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