L’antico sentiero dei Sommi finisce in Cassazione, non si arresta il braccio di ferro tra Mario Acerbis e e l’amministrazione comunale di Zandobbio, una battaglia legale che dura da più di 15 anni e che ora è destinata a durare ancora un bel po’ valutando i tempi della Cassazione.
Il sentiero, che dalla Selva arriva in cima ai Sommi, passa proprio in mezzo alla proprietà del signor Mario Acerbis arrivando proprio sotto le finestre dell’abitazione ma quando Acerbis aveva comprato casa, del sentiero non c’era nemmeno traccia sui mappali del comune. Un sentiero che passa proprio dietro le finestre dell’abitazione di Acerbis, salendo dalla Selva ed arrivando fino a San Giovanni delle Formiche. “Nel 2001 ho comprato questa casa che è posta sulla strada che va ai Sommi – spiega Mario Acerbis – tutto bene fino a quando mi sono accorto che nelle carte del catasto era segnato un vecchio sentiero che saliva in cima al passo di San Giovanni delle Formiche e che non era segnato nei mappali del comune. Io correttamente l’ho segnalato al comune che ha successivamente provveduto ad aggiornare il mappale. Da lì è iniziata una diatriba con una lunga causa che si è conclusa solo in questi giorni ma che io intendo proseguire”. Con due sentenze a favore, l’amministrazione comunale ha proceduto a ripristinare l’antico sentiero e ad aprire la recinzione della casa di Mario Acerbis “Il problema è che l’amministrazione comunale si è presentata in casa mia, ha tolto la rete ed ha iniziato a tracciare il sentiero che passa sotto le finestre che taglia in due la mia proprietà. Qui su questo sentiero arriveranno così i motocross creando solo del caos e provocando ovviamente un evidente pericolo visto che con questo sentiero praticamente si entra in casa mia”.
Le soluzioni scartate:
In questi anni ho sempre proposto all’amministrazione comunale varie soluzioni, prima trattando con gli ex sindaci Sergio Vescovi e con Luigi Marchesi, quest’ultimo ha ripristinato il pezzo di sentiero che dalla Selva arriva fino sotto casa mia. Infine le trattative sono state avviate con il sindaco Mariangela Antonioli alla quale avevo anche proposto di acquistare un pezzo di terreno posto a sinistra della mia abitazione sul quale far passare il sentiero. La soluzione sembrava essere vicina con il mio impegno di realizzare anche il sentiero, poi la svolta, una volta acquistato il pezzo di terra l’amministrazione comunale mi ha proposto di dare il terreno, realizzare il sentiero e versare anche 50 mila euro, una proposta inaccettabile”.
Il muretto:
Il sentiero chiuso da anni dallo stesso comune di Zandobbio, che ora a distanza di vent’anni vuole renderlo nuovamente pubblico ripristinandolo. “Poco dopo la realizzazione della strada provinciale che sale ai Sommi – spiega sempre Acerbis – il comune aveva realizzato un muretto lungo la carreggiata a monte alto 50 centimetri, muretto che c’è ancora e che chiude anche l’accesso al sentiero di fatto eliminandolo. Io mi sono appellato anche a questo fatto ma il giudice no ha ascoltato le nostre ragioni”.
La promessa preelettorale
Il sentiero e la promessa di non realizzarlo perchè assurdo, questo quanto riferisce ancora Mario Acerbis. “Io l’attuale amministrazione l’ho votata e quando il sindaco Antonioli e il vicesindaco Gianluigi Marchesi, mio amico erano stati da me a bere il caffè, avevano detto che il sentiero non si sarebbe mai fatto e che lo ritenevano assurdo, ora siamo qui con il sentiero tracciato. Tutto questo con una strada da rimettere a posto da un anno, la provinciale bloccata dalla frana dello scorso mese di luglio. Loro corrono a fare i sentieri spendendo più di 15 mila euro tra lavori e spese legali mentre non hanno i soldi per mettere a posto una strada importante che collega la valle Cavallina al basso Sebino, mi sembra un’assurdità”.