Ci arrivo dopo due ripidi tornanti che mi ricordano che la montagna non finisce dopo il ponte del Costone. La vista dall’alto è una meraviglia, i campanili emergono dalla nebbia come sentinelle dell’inverno. È un sabato pomeriggio da pioggia imminente. Le strade sono deserte, è ancora presto e i negozi sono chiusi. Nell’aria un rimpianto per la neve di ieri che già è un ricordo nelle pozze sporche a lato dei marciapiedi. Mi faccio due passi alla ricerca di un bar, due chiacchere e un caffè. Prima passo dalla piazza con la chiesa, il cuore di un paese batte sempre lì. Infatti di fronte alla bella parrocchiale dedicata a San Giovanni Battista, incontro le prime due anime femminili di Casnigo. Sono Marilena e la sua amica un po’ più schiva, entrambe mi sorridono quando chiedo come è vivere qui“ é proprio un bel paese il nostro” Commentano orgogliosamente. “è tranquillo, socievole e accogliente, pensi che viene ancora gente da fuori a trovare lavoro. Per esempio ho dei vicini di casa ,di Padova , arrivati per lavorare da Martinelli e non vogliono più andare via, e non per il lavoro ma proprio perché qui adesso stanno proprio bene!” Cosa manca a Casnigo? “Non manca niente, forse solo la voglia di partecipare di più agli eventi del paese, come per esempio allo spettacolo sulla Shoa al circolo Fratellanza. C’erano più forestieri per dire, di noi del paese i soliti cinque o sei. Sarà che fa ancora freddo e la gente non ha voglia di uscire di casa”…
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