Il candidato che sfida il sindaco Giorgio Bertazzoli ha fatto un test in casa. Piero Arcangeli guida una lista unitaria delle attuali minoranze, che a rigore sarebbero tre. E il tre si ripete in… casa, infatti Arcangeli ha tre gemelli, classe 2006, l’anno d’oro del calcio italiano coi mondiali di Berlino. In vista delle elezioni ha chiesto ai suoi figli: “Cosa vorreste che facesse un sindaco per voi ragazzi?”. E loro gli hanno risposto: “Che nessun bambino della nostra età quando chiude la porta di casa sia triste”. A volte i bambini sanno ti spiazzano, noi adulti ci portiamo dietro il peso di amori e sogni andati a male, odi e rancori mai sopiti e non abbiamo la lucidità di cogliere i bisogni primari. Non è che un sindaco possa promettere la felicità, ma saper costruire o almeno progettare un paese in cui si possa vivere decentemente. Arcangeli, per far onore al cognome cerca di uscire dalla polemica contingente. Non riesce a farlo del tutto, anche perché a volte viene sollecitato a rispondere. “C’è stato un post del sindaco in cui si vanta di aver pagato tutti i debiti, di non aver fatto debiti fuori bilancio (e ci mancherebbe), di non aver aumentato le tasse, di aver eliminato la tassa di soggiorno, diminuiti la Tari sui rifiuti, di non aver diminuito i servizi, di aver fatto investimenti e aver avuto avanzi di amministrazione e un saldo di cassa di quasi un milione e mezzo. Dimentica di dire che ha potuto farlo con lo sblocco del Patto di Stabilità che prima bloccava la possibilità di spendere anche soldi propri ai Comuni…
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