L’abbandono di Leandro Belingheri ha gettato Colere nella mani di un Commissario prefettizio che reggerà le sorti del paese per un anno, sempre che nel 2020 si faccia avanti qualcuno disposto ad addossarsi il peso del “mestiere” di sindaco, che sembra diventato uno spauracchio. Leandro, giù titubante nei mesi scorsi, aveva la lista pronta, l’abbiamo pubblicata sull’ultimo numero. Insomma il gruppo c’era ma nessuno che volesse fare il sindaco. Questi sono tempi in cui la carica di “primo cittadino” non la vuole nessuno, troppe rogne, si diventa il bersaglio di ogni critica personale, ognuno guarda al suo orticello, nessuno che guardi oltre la siepe leopardiana.
Ma adesso anche negli altri due Comuni al voto, si guarda con apprensione al “generale Quorum”, che non sarà il “generale inverno” che fermò le armate di Napoleone sulle steppe russe, ma può vanificare l’impegno di chi ci mette la faccia e la firma e sarebbe disposto a governare il paese. La scarsa affluenza alle urne potrebbe provocare il tracollo, con altri due Comuni commissariati, visto che ci sono liste uniche e bisogna che vada a votare il 50% più uno degli aventi diritto al voto. Il pericolo è concreto soprattutto ad Azzone, ma resta sullo sfondo come minaccia temporalesca anche a Schilpario. L’ipotesi estrema di avere tre Comuni commissariati sarebbe devastante per la Comunità Montana di Scalve, già di suo in eterno pericolo di essere soppressa…
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