“Dei miei tre figli era il più spericolato, lo era fin da piccolo, con quella sua passionaccia per i motori, per tutti i tipi di motori, una passione che aveva sempre respirato in casa, del resto, e per la velocità…Anche a cavallo era così, aveva imparato subito come si domina l’animale e come lo si spinge a correre…” Alessandro Fornoni, 44 anni, ci parla con dolore immenso ma anche con obiettivo realismo di quel suo figlio diciannovenne, Davide, cui l’esuberanza e la passione hanno rubato la vita in una bella notte di giugno, una delle tante notti in cui suo padre e sua madre, la signora Roberta, in ansia come sempre, lo aspettavano a casa. “Ero ancora sul divano ad attenderlo, quella notte tra il 14 e il 15 giugno, la mezzanotte era ormai passata ed io pregavo per lui…”. All’una la tremenda notizia: Davide aveva avuto un incidente a Clusone, rimanendo ucciso sul colpo. “Era uno di quei ragazzi che non temono il pericolo, e però di grande sensibilità e generosità. Capiva le cose al volo, quando mi vedeva preoccupato, o triste, mi esortava a sorridere; era di sentimenti molto profondi, più estroverso dei suoi fratelli, (Bryan, 23 anni, e Giuseppe, 15 anni -, n.d.r.) sapeva di farmi arrabbiare e me ne chiedeva scusa…
SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 28 GIUGNO