Per ricordare la storia e la figura della Maestra Rosi Bianchi, pubblichiamo il saluto letto in chiesa durante il funerale dai colleghi e colleghe di insegnamento della scuola elementare di Vilminore e sotto riproponiamo l’intervista che aveva rilasciato ad Anna Carissoni e pubblicata su Araberara a luglio del 2013.
Cara maestra Rosi.
Non abbiamo avuto bisogno di cercare le parole. Le parole sono arrivate da sole insieme ai ricordi che vanno indietro nel tempo, ma che sono ancora tanto vivi.
1923: eri nata solo due mesi prima di quel “disastro” che segnò in modo tragico il tuo paese e la nostra valle. “Quel freddo mattino di dicembre – ripetevi spesso nelle interviste – frantumò il tempo nel prima e nel dopo”. E frantumò una storia di cui sei stata narratrice efficace ed instancabile. Ne raccontavi spesso i vissuti fatti di fame e di povertà, di ritmi di fatica quotidiana, di fede incrollabile, di accettazione rassegnata. Sei tornata più volte a scuola a rievocare la storia e le tue storie. E, prima che l’autunno ti portasse via, hai realizzato il tuo desiderio grande: scrivere il libro autobiografico: “Fanciullezza di Rosina”. Eri capace di dedizione e di generosità, ma quella vera, che è silenziosa; intorno al tuo tavolo si sono seduti in tanti, in tanti hanno ricevuto aiuti, consigli, parole di attenzione e di conforto. …
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