Andrea Camilleri: come Tiresia l’indovino cielo che conobbe la via del ritorno a Itaca

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ROME, ITALY - FEBRUARY 20: Andrea Camilleri attends 'La Scomparsa Di Pato' photocall at Alfredo Restaurant on February 20, 2012 in Rome, Italy. (Photo by Ernesto Ruscio/Getty Images)

(p.b.) E’ morto Andrea Camilleri, 93 anni, alla vigilia di un altro debutto in teatro dove già ha interpretato Tiresia, l’indovino cieco che Ulisse andò nell’Ade per conoscere la via del ritorno a Itaca. E Camilleri era diventato cieco negli ultimi tempi, ma la cecità di Tiresia era stata compensata dagli dei con la facoltà che “veder” nel futuro. E Camilleri, con quella sua voce roca da fumatore incallito (la sua longevità non raggiunge quella del “suo “ Tiresia che “visse sette generazioni”, ma vuoi mettere, Tiresia non… fumava), era un raccontatore di storie del passato con proiezione nel futuro. Non era neppure Cassandra, era ascoltato e creduto dai suoi lettori, i suoi libri sempre in cima alle classifiche di vendita, nonostante (o forse proprio per questo) quella lingua che all’inizio si faticava a leggere e invece adesso sembra “naturale”, entrato nella letteratura non solo per il Commissario Montalbano (cognome omaggio all’amico scrittore spagnolo Montalban) ma anche per i suoi romanzi.
Da uomo di sinistra aveva dato a Montalbano un profilo sempre al limite della trasgressione, sempre in ironica rottura con i Questori e i Procuratori che si alternavano nelle indagini, con una filosofia di approccio al “male” senza pretese di giudizio. Un po’ come l’altro suo modello, quello del Maigret di Simenon che non sopporta l’arroganza e la violenza, crede negli uomini, vuole capire i perché, a volte addirittura simpatizza per chi ha commesso il delitto, per chi ha sbagliato. Ma Camilleri era uomo di mondo, sa interpretare il contesto politico e sociale. Proprio per questo ha dato fastidio a certa “destra” nostrana, in fondo un romanzo di Camilleri poteva essere più efficace di una dichiarazione del fratello “politico” di Zingaretti, quest’ultimo attore legato al personaggio (nonostante nei 30 romanzi il “vero” Montalbano abbia i capelli).
Camilleri aveva già scritto il romanzo finale della saga del commissario Montalbano. Lo aspettiamo come una sorta di testamento di un grande scrittore, che prosegue il filone siciliano (Verga, Capuana, Pirandello, Tomasi di Lampedusa, Quasimodo, Sciascia, Vittorini, D’Arrigo).

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