No… non ci troviamo a Brescello, ma a Torre Boldone. Il prete non è il celebre e vulcanico don Camillo/Fernandel, ma don Leone Lussana. Il sindaco non è Peppone/Gino Cervi, ma Luca Macario. La santella da abbattere non è quella della Madonnina del Borghetto, ma quella di Via Mirabella, all’incrocio con Via Monte Grappa.
Quello che è successo nei giorni scorsi a Torre Boldone, con le polemiche scoppiate attorno all’eliminazione (temporanea) di una santella contenente un’immagine mariana, fa pensare a un vecchio film della saga guareschiana: “Don Camillo monsignore… ma non troppo”.
La scena è bellissima. Il Comune di Brescello, guidato dai comunisti, vuole costruire una casa popolare su un terreno dove c’è la santella della Madonnina del Borghetto. Il terreno è di proprietà della Chiesa. Peppone e compagni pensano che la Curia si opporrà alla cessione e vogliono strumentalizzare la questione. E, invece, il terreno viene ceduto al Comune a patto che gli appartamenti popolari vengano distribuiti equamente tra famiglie povere proposte dal Comune stesso e dalla Parrocchia. Ad un certo punto, sorge un problema. Bisogna abbattere la santella. Uno dei compagni più anziani, armato di piccone, si rifiuta e allora ci pensa lo stesso Peppone, il quale, però, guardando l’immagine mariana, si blocca…
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