BERGAMO – VIAGGIO DENTRO BORGO SANT’ALESSANDRO /3 – Il “Paese” di Sant’Alessandro: “Adesso è un borgo un po’ vecchio, c’è un cambio generazionale in atto. Ci sono molte persone anziane che piano piano stanno morendo e sta arrivando qualche giovane”. Il problema parcheggi e quelle luminarie “obbligate”…

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Portare il nome del patrono della città è un vanto non da poco. E nel borgo Sant’Alessandro lo sanno bene. Qui si conserva ancora il ricordo e la celebrazione legati al martirio di Alessandro, nel luogo dove oggi sorge la cattedrale che fa del borgo una sorta di capitale della parte bassa della città. Nello sviluppo medievale della città sul colle che cresce e si estende secondo cinque direttrici, borgo San Leonardo (così si chiamava) era quello che guardava Milano, quindi il borgo commerciale della città. Il borgo è cresciuto parecchio nei secoli. Di fatto oggi si ha un continuum di edificati che diluisce la struttura storica della città, ma la vocazione originaria è ancora in parte percepibile.

Forte è l’identità religiosa. Il cuore del borgo è la chiesa. La parrocchia è guidata da mons Giovanni Carzaniga. Ma a coadiuvarlo ci sono altri sacerdoti, come don Tullio Roncalli, una delle memorie storiche del borgo, in cui vive ed opera come vicario parrocchiale da quasi vent’anni. “Questa è una parrocchia molto importante dal punto di vista storico – inizia a raccontare con fare bonario -, Sant’Alessandro in colonna fa da pendant con la cattedrale di città alta. Sono quattro le stazioni della vita del martire Alessandro: la chiesa dei cappuccini, luogo della cattura, qui il martirio, a Sant’Alessandro della Croce in borgo Pignolo la salita del corpo portato da santa Grata verso il colle e la celebre mutazione del sangue in gigli, infine la cattedrale dove il corpo è custodito”.

Il Patrono

La festa patronale del 26 agosto qui è molto sentita. “Ci sono 10 giorni di celebrazioni, con iniziative religiose e folcloristiche….

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