Qualcuno ha scritto che il grado di civiltà di una società si misura dal modo in cui ci si prende cura dei propri anziani. La casa di riposo, un tempo chiamata con il tremendo nome di ‘ricovero’, spesso un contenitore anonimo senza volto e senza cuore, non è certo la soluzione ideale, anche se in alcuni casi inevitabile, o quasi, una scelta dura che si porta dentro innegabilmente la parola abbandono. Non abbandono ma accoglienza, non emarginazione, ma inclusione: è questo l’obiettivo che si prefiggono gli operatori socio-sanitari della casa di riposo di Schilpario ‘Bartolomea Spada’ una struttura che non potrebbe essere più lontana dall’idea di squallore e di degrado in cui versano purtroppo alcuni ricoveri per anziani.
Spazi, luce, enormi vetrate che portano all’interno il panorama mozzafiato dell’ambiente che la avvolge. Ogni vetrata un quadro. Nella parte interna, dove non ci sono finestre, un’artista locale, Nives Romelli, ha creato finte vetrate che danno su giardini fioriti, su terrazzi assolati. La prima volta che entri nella casa di riposo di Schilpario ti sorprendi di trovarti in un ambiente così bello e funzionale come fosse un albergo pluristellato, ma con un clima di casa, di famiglia…
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