LOVERE – Quel piccolo grande ospedale di frontiera che sta facendo la parte del leone: turni da 12 ore, fino a 26 ricoveri al giorno

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Alex Pennacchio è commosso, la voce al telefono ogni tanto si spezza quando parla del suo ospedale, l’ospedale di Lovere, fino a qualche settimana fa come sempre se ne parlava come di un ospedale sull’orlo della chiusura. Ora invece è uno degli ospedali sotto i riflettori, in piena emergenza ha tirato fuori gli artigli e gli operatori sanitari stanno dando davvero tutto per cercare di curare più persone possibile: “La settimana scorsa – racconta Pennacchio – stata davvero drammatica, abbiamo raggiunto picchi di 25-26 ricoveri al giorno, in Pronto Soccorso c’è posto solo per tre pazienti alla volta, era sovraffollato e medici e infermieri hanno dovuto lavorare in condizioni igieniche difficili. Abbiamo rischiato il collasso ma tutti hanno dato esempio di dedizione e amore incredibile verso il proprio lavoro e verso i pazienti”. Pennacchio si ferma e poi riprende: “E pensare che parlavano del nostro Pronto Soccorso sino a poche settimane fa come di un presidio da ridimensionare, adesso ci troviamo qui a vederlo fare la parte del leone in un’emergenza senza precedenti. Stanno lavorando senza risparmiarsi, tutti ci stanno mettendo il cuore, senza paura di contagiarsi dimostrando una professionalità di altissimo livello”. Nei reparti sono stati ricavati spazi appositi a tempo di record per i pazienti affetti da Covid 19: “Abbiamo fatto i salti mortali – continua Pennacchio – la capienza non è tantissima. Dobbiamo fare i conti con gli spazi ma sono stati fatti miracoli, i medici e gli infermieri stanno facendo turni massacranti, non sono tantissimi eppure stanno reggendo l’emergenza in modo encomiabile. Qui arriva un’ambulanza ogni quarto d’ora…

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