Piera Crisanti. Classe 1954. Tumore al seno. Recidivo. Di quelli tosti. Scoperto nel 2003, un’infinità di visite e operazioni. Una storia come quella di tante altre. Ma… c’è un ma. Piera ha rifiutato chemioterapia e radioterapia prendendosi anche della pazza da un medico. Ha detto no. Ha scelto altro. E 13 anni dopo Piera è qui che racconta la sua storia. E chiede che la medicina alternativa, in primis la cura Di Bella possa essere accessibile a tutti: “Mia madre è morta di tumore al seno – comincia Piera – e io ho avuto il tumore al seno ma sono ancora qui. Già quando ero una ragazzina a 18 anni mi hanno diagnosticato un fibroadenoma che mi ero fatto togliere, avevo un nodulo al seno sinistro e nel 2003 sono andata a farmi fare un ago aspirato perché si era ingrossato. Sono stata operata e mi hanno tolto tutti i linfonodi, non me l’aspettavo, mi hanno tolto anche il linfonodo sentinella a Ponte San Pietro”.
E qui comincia il calvario di Piera “L’anatomopatologo non capiva cosa fosse, poi mi chiamano e mi dicono che devono togliermi anche l’altro seno perché avevano scoperto un tumore anche lì. Dico di no. Prendo tutti i vetrini e li porto a far vedere. Mi dicono di non fare niente. Nel 2012 avevo due cicche sul seno, mi fanno un altro ago aspirato e mi dicono che mi devono togliere tutto il seno…
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