Il Santuario è chiuso. Su qualche balcone in paese è esposta la bandiera con l’immagine della Madonna della Torre, una invocazione iconografica silenziosa. Com’è silenzioso il paese, qualche auto che passa frettolosa, come i rari passanti che vanno a fare la spesa di giornata per tornare a rintanarsi in casa. E la Madonna lassù in alto resta sola, qualcuno ci si è avventurato, inginocchiandosi sul gradino esterno scrutando attraverso la grata di ferro. La Madonna che riceve l’angelo annunciatore è illuminata, nel buio della navata quella luce sembra l’unica speranza che conti qualcosa nelle incertezze della scienza, nelle certezze dei lutti che sono diventati numeri impietosi.
Sovere ha avuto i suoi morti, ma soprattutto nella casa di riposo, in rapporto alla popolazione il paese non ha avuto numeri eclatanti di defunti, da qualche giorno la campana a morto non suona più e le sirene delle ambulanze ormai si sono quasi spente.
Ma per la prima volta dopo secoli, la prima domenica di maggio e il giovedì successivo non ci sarà la festa della Madonna che è il vero patrono del paese e delle frazioni, che pure hanno santi in paradiso, ma vuoi mettere la Madonna che le basta aprire bocca, buttar lì quella frase, come alle nozze di Cana, e il figlio l’ascolta?
La parrocchiale ha l’uscio aperto, ci si può affacciare e mandare la propria invocazione. Il Santuario, come prescritto dalle disposizioni diocesane, è chiuso.
Sembra una contraddizione. Se c’è bisogno di “grazie” è da sempre il ricorso ai santuari quello che conta. Gli ex voto esposti ne sono la dimostrazione evidente, nei secoli dei secoli tutti hanno fatto ricorso alla Madonna della Torre nei momenti di necessità, di sofferenza, di disperazione.
E adesso, proprio nel momento del bisogno, quel santuario chiuso sembra una contraddizione. Ma è appunto per non provocare una fiumana di gente che va a chiedere la grazia che i santuari sono stati chiusi….
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