Irene Pivetti indagata per frode in commercio. Un giro di mascherine cinesi, avrebbe portato in Italia dispositivi di protezione ‘con certificato falso’ e non sicure. L’ex presidente della Camera, amministratore unico della ‘Only Italia logistics’ è cosi indagata dalle Fiamme Gialle, dopo la carriera politica, la Pivetti nel ’94 in quota Lega a 31 anni è stata la più giovane presidente della Camera, e dopo una breve carriera tv si è buttata nell’imprenditoria e ha puntato sul commercio tra Italia e Cina contando anche sulle sue referenze istituzionali. E quindi in periodo di richiesta altissima di mascherine la Pivetti ha siglato un contratto con la Protezione Civile per importare dalla Cina 15 milioni di mascherine per un totale di 30 milioni di euro, che lo Stato secondo la precedente normativa, avrebbe pagato per il 60% in anticipo e per il 40% alla consegna. Le Fiamme Gialle contestato che i dispositivi appartengono a una partita di merce per la quale il direttore centrale dell’Inail ha vietato alla società importatrice l’immissione in commercio. Insomma, non sarebbero a norma. E oltre a non essere a norma le mascherine erano rivendute con ricarichi fino al 250%, prezzi enormi. Proprio per via di questi ricarichi è scattata una denuncia e la Finanza è risalita a tutto, anche al fatto che manca la certificazione richiesta. C’è poi il filone che porta a capire come abbia fatto una piccola società come quella della Pivetti, che fattura solo 70.000 euro all’anno ad aggiudicarsi una fornitura da 30 milioni di euro.