ENDINE – Casa Alpini, gli occhi lucidi di Beppe, le telefonate di richiesta per ospitare nuovi ragazzi, il posto che non c’è e la disperazione di chi ha bisogno di aiuto

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di Giuseppe Carrara

Inizio a scrivere non sapendo quali parole usciranno dalla tastiera del mio telefono. So bene quale è il mio pensiero invece. Mi hanno telefonato due persone molto care in questi giorni. Dall’altra parte del telefono, ma come se fossero lì di fronte a me con i loro occhi lucenti di tristezza e speranza, il signor “B” ed il signor “F”. Il primo ha il fratello che ora è ricoverato in un ospedale psichiatrico, che avrebbe bisogno di un’accoglienza per il dopo. Non sa più come fare, in prospettiva, il fratello al quale si intrecciano le corde vocali, alla fine della telefonata. Sa che io “lavoro” alla famosa “Casa Alpini” di Endine e così, conoscendomi, chiede un aiuto a me. Mi conosce ancora meglio il signor “F” che abita qui in paese con me e con il quale sono stato per molti anni compagno di avventure in quell’oratorio San Martino di Leffe, tanto desiderato da Giovanni Bosco. Lí, abbiamo condiviso il nostro spirito solidale. In questi giorni, San Giovanni, parla al cuore del mio caro amico e gli chiede di preoccuparsi del signor “G”, affinché, pure per lui, si possa trovare una sistemazione per i suoi ultimi anni. Anche il mio caro amico mi “interroga” e mi chiede se per caso da noi possa essere accolto il signor “G”. Due telefonate in due giorni. Vado al “lavoro” e chiedo al mio “vice-direttore” sapendo già la risposta. Mi guarda, il Beppe, e mi dice con i suoi occhi lucidi, che negli ultimi anni arrivano moltissime telefonate di richiesta, da assistenti sociali e familiari, soprattutto per ragazzi autistici che diventano maggiorenni. Mi dice che anni fa arrivava una telefonata ogni due o tre mesi, ora una ogni due o tre settimane. Se fosse un’azienda con profitto ci sarebbe da sfregarsi le mani! Quanto lavoro, quanto business, quanta grazia. Poi penso che la sanità pubblica nemmeno riesce a garantire i servizi essenziali, in Lombardia, figuriamoci se riuscirà a garantire un futuro dignitoso a tutti questi nuovi poveri. Penso al balletto a cui “dovremo” assistere nei prossimi giorni, noi consumatori di voti, fra i sostenitori della Regione Lombardia e quelli del governo centrale, per dire che doveva essere l’uno o l’altro a chiudere o non chiudere Nembro ed Alzano…

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