Sulle tv brasiliane in questi giorni il volto di Michele Petenzi, 34 anni da Costa Volpino è di casa. Michele in Brasile per amore e ora per lavoro è uno dei protagonisti del programma TopChef, una sorta di Masterchef brasiliano che tiene incollati alla tv tantissime persone. Michele ha qualche ora libera e ne approfittiamo per raccontare la sua storia: “Ho studiato a Pavia, laureato nel 2010 e dottorato Ph-D (gennaio 2014) in chimica con un’esperienza di sei mesi al Curie Institute di Parigi durante il dottorato stesso. A Parigi in realtà ho cominciato a lavorare come personal chef, facendo eventi a domicilio ed è stato dove ho capito che la passione per cucina, poteva diventare molto di più. Tornato da Parigi a settembre 2013 ho cominciato a lavorare in un ristorante a Pavia per pagarmi le spese fino alla difesa della tesi di dottorato (gennaio 2014) Dopo il dottorato ho lavorato in una impresa chimica in provincia di Bergamo per un anno (febbraio 2014-gennaio 2015), senza troppa convinzione. In questo periodo, lavoravo qualche sera nel ristorante LaCurt (prima si trovava ad Artogne e adesso sta a Pisogne (BS), dove ho imparato moltissimo da Luca, chef e proprietario, che considero il mio primo mentore). In agosto 2014, ho fatto uno stage al ristorante Mirazur (Menton, Francia), 3 stelle Michelin, eletto nel 2019 miglior ristorante del mondo per la San Pellegrino 50 best restaurant. La prima volta che sono venuto a Rio è stato per una festa di matrimonio, un caro amico italiano si sposava con una ragazza brasiliana e ha invitato gli amici più stretti dall’altra parte del mondo (era fine dicembre 2014). Lavoravo in quell’industria chimica da cui già volevo uscire. Ricordo di essere rientrato in Italia dopo l’Epifania, ho dato le dimissioni e sono ripartito 15 giorni dopo con biglietto di sola andata!”. Insomma amore a prima vista: “Il Brasile sembrava ricettivo verso laureati e dottorati stranieri e quindi la prima opzione per un futuro era quella di un progetto di post dottorato in un gruppo di ricerca delle varie università della città. I primi approcci con l’università e coi professori furono molto incoraggianti, ho scritto un progetto di ricerca che sembrava andare a buon fine. Era febbraio e a Rio c’era il Carnevale, e quindi la città era rallentata e il tempo passava tra lo studio del portoghese, lo studio di chimica ma soprattutto la festa e conoscere la città. In questo periodo ho conosciuto quella che oggi è mia moglie, Thais, ci siamo sposati l’anno scorso (luglio 2019) e presto avremo una bambina, Nina, parto previsto per fine settembre. Per farla breve, la borsa di studio non l’ho presa e mi sono dovuto reinventare, oltre alla chimica l’altra cosa che sapevo fare è cucinare, ho cominciato a mandare curriculum ai vari ristoranti di Rio, mi ha risposto un altro italiano (Angelo, piemontese) che cecava un socio, responsabile per la cucina di un ristorante tradizionale italiano. Nel primo ristorante son rimasto due anni e mezzo, dopo di che son passato per altri 2 ristoranti, dove ero lo chef responsabile. Lavoravo inoltre come consulente, in altri ristoranti, sempre di cucina italiana e continuo (o meglio continuavo, prima della pandemia) a fare lo chef a domicilio. Adesso sono concentrato sul programma e su quello che potrà portarmi”….
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