L’ANIMA IN FOLLE

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    Ho l’anima in folle. Muovo il cambio dentro me per trovare la marcia giusta. Il mondo si muove dal letargo, assopito, un po’ attonito, carino e spettinato, che il mondo rimane bello anche dopo, anche sempre, anche. E io sono l’anche. Quella cosa che si sovrappone a ogni alba e tramonto e mi shakera di meraviglia. Avevo pure voglia di ricominciare a cercare orari di inizio scuola e di semafori rossi con auto di mamme che sfrecciano cercando cucce dove lasciare i loro bimbi. Il problema è che non so mai dove lasciare me. Che ho l’anima in folle.

    Ma poi sei arrivato tu a farmi da pilota automatico. E io ti seguo nell’autoscontro della mia anima e sbattiamo dove capita e ne usciamo insieme, con il gettone in mano per il prossimo in giro. La Via Lattea, i mucchi di Tex Willer nel cartone, la bici in cantina, i fiori che a me appassiscono sempre, le caramelle alla liquirizia, alfabeti già usati da tutti, lettere colme di silenzi, solo da annusare, il disordine che si fa libertà, ferite identiche alle mie, mi somigli in quel volo in cui perdi il controllo e plani sul soffio indifeso del mio cuore.

    Potresti insegnarmila numerosità dei numeri, la geometria piana dei sentimenti, la direzione del tempo. Troppo complicato, noi contiamo ancora con le dita della mano sinistra, copiamo l’amore dai bambini, e sentiamo il tempo soprattutto da fermo. Come il primo bacio. La prima interrogazione di filosofia. Il primo vagito del ventre. L’ultimo saluto, quello dato di fretta sulle scale. Ché lì sono la numerosità dei numeri, la geometria piana dei sentimenti, la direzione del tempo. Lì ci sono tutti quei mucchi di parole che si sciolgono davanti a un’alba di fine estate che sa di risveglio. Ricominciamo. Insieme.

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