CENATE SOTTO – Cristina e Luana, le ‘Rondinelle’ cenatesi

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Cristina e Luana, rispettivamente 25 e 33 anni. Portano lo stesso cognome, non sono sorelle, nemmeno parenti, ma di cose in comune ne hanno e anche parecchie. Innanzi tutto sono entrambe originarie di Cenate Sotto, scrigno di altri grandi nomi del calcio, appassionate di questo sport da sempre. Ora però c’è anche una casacca ad unirle ancor di più, quella bianco blu del Brescia, che le ha accolte nelle scorse settimane.

Luana, i primi calci al campo dell’Oratorio, lo stop di 9 anni, lo scudetto e ora il Brescia

(sa.pe)Ero una bambina, la passione per il calcio non me l’ha trasmessa nessuno in particolare, ma di fronte a casa mia c’era il campo dell’Oratorio e vedevo i bambini giocare… a cinque anni ci ho provato anche io e lì è iniziata la mia avventura”, sono queste le prime parole di Luana Merli, la sua vita da calciatrice è iniziata proprio lì. Classe 1987, ruolo attaccante. Oggi nel suo cuore c’è il Brescia Calcio Femminile, dove è approdata qualche settimana fa. Ma facciamo un passo indietro, torniamo ai suoi primi calci… “A cinque anni ho iniziato a giocare nella squadra del paese Cenate Sopra con i maschi fino ai 13 anni per poi passare nella squadra femminile Almennese che è diventata Atalanta Femminile. Li ho giocato per due anni, poi ho dovuto smettere per ben nove anni per impegni lavorativi”.

Cristina, la passione del calcio a 7 anni, la sorella Marina e la… cucina 

(sa.pe) Passione, dedizione e sacrifici sono il mix vincente che ha portato Cristina Merli ad approdare nel Brescia Calcio Femminile. Di questo però ne parliamo qualche riga più giù. Cristina ha 25 anni e il calcio lo mastica fin da quando era una bambina… “E’ una passione che mi ha trasmesso mia sorella Marina, mi portava allo stadio e ci divertivamo a giocare insieme in giardino. È stata proprio lei a convincere i miei genitori a farmi giocare a calcio. Ho iniziato a giocare a sette anni con i miei compagni di scuola”. E da quel momento Cristina non s’è più fermata, sempre supportata da mamma Anna e papà Pietro e dagli amici… “Loro ci sono sempre stati e mi hanno spinto a realizzare i miei sogni anche nei momenti più difficili. I miei genitori mi accompagnavano agli allenamenti e alle partite e hanno sempre seguito questa mia passione nonostante fosse un bell’impegno per me, ma anche per loro. Il mio ruolo? Negli anni è cambiato, tra centrocampo e attacco in base ai mister, ai moduli e alle necessità di squadra”.

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