LA STORIA Quel giorno il cielo si oscurò e una bomba d’acqua travolse Sovere

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Luglio 1981: 35 anni fa, la storia della bomba d’acqua che travolse l’acciaieria Michetti e il filatoio. Da 5 metri cubi a 400 metri cubi al secondo in pochi minuti. Un evento mai spiegato da nessun esperto. Una ditta con 100 operai chiuse e non riaprì mai più, mucche che galleggiavano sul fiume e gli operai fuggiti in tempo sul sentiero del convento

Trentacinque anni dopo la più grande alluvione mai vista a Sovere. Era il 3 luglio. Un giorno che rimane scritto nella storia soverese come uno dei più bui, nonostante la luce di quella strana estate. Quel giorno il Borlezza straripò, ruppe gli argini e trascinò con sé tutto, compreso un intero stabilimento, uno dei più importanti e avviati della zona. Solo per un colpo di fortuna non ci furono morti. Gli operai fecero appena in tempo a scappare. Nessun preavviso. Una bomba d’acqua di quelle impossibili da prevedere. Un temporale improvviso e talmente violento da rompere gli argini del Borlezza e portare il livello del fiume proprio appena sotto l’antico ponte che unisce il paese. Ponte che tremava per la potenza dell’acqua. Eppure era stata una giornata tranquilla, cielo sereno, almeno fino a sera, la fabbrica distrutta è quella conosciuta da tutti come Acciaierie Michetti, giusto alla fine dell’imbocco del fiume, a pochi metri dal famoso ponte che tremò, in pieno centro del paese, lì, l’acciaieria attingeva energia proprio dal fiume. Un’azienda, storia di famiglia, quella sera i figli dei proprietari, dopo una giornata in fabbrica, avevano deciso di andare al concerto di Edoardo Bennato a Darfo, quindi non c’era nessun presagio di nubifragi in arrivo. Quando arrivano a Darfo, scoppia il finimondo…

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