LOVERE – LETTERA – ‘Ci siamo giocato il legato Zitti’: ecco cosa 
intendevo e cosa è successo con la Tadini

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Maria Ines Aliverti

Caro Direttore, essendo stata accusata, nell’articolo a firma della Lista civica de L’Ago di Lovere, pubblicato dal Suo giornale in data 9 ottobre a p. 21, di aver detto inesattezze e di aver fatto insinuazioni, nel corso della sessione del Consiglio Comunale del 30 settembre, riservato alla Fondazione Tadini e ai membri del CdA della stessa di nomina comunale, tengo a inviarLe alcune precisazioni. 

A) Non credo di aver mai detto testualmente che “il Tadini è un ente sottoposto al controllo del Comune”. Ho fatto riferimento alla definizione di “enti di diritto privato in controllo pubblico”. Non è compito mio definire come questo controllo, o piuttosto come questa vigilanza avvenga. Lo fanno le leggi esistenti e le varie sentenze emesse dagli organi competenti come il Consiglio di Stato. 

Va solo qui ricordato che la Fondazione Tadini pur essendo un ente di diritto privato, autonomamente gestito, presenta come istituzione e a norma di statuto indicatori di sostanziale pubblicità: 

– Gestisce un bene pubblico di ampia rilevanza territoriale;

– Il suo patrimonio è destinato a uno scopo di pubblica utilità;

– Svolge più di una attività di pubblico interesse che non a caso compare pubblicizzata nel sito del Comune di Lovere;

– Il suo consiglio di Amministrazione è quasi interamente composto da membri che sono espressione di enti pubblici: quattro nominati dal Comune e tre obbligatori in Statuto in quanto afferenti a Pubbliche amministrazioni (Soprintendente pro tempore, Delegato del Provveditorato, Dirigente scolastico pro tempore);

– Gode di alcuni finanziamenti pubblici di varia provenienza, seppure in misura non rilevante rispetto al suo bilancio;

– La P.A. contribuisce già ora – attraverso il sistema museale regionale – e contribuirà ancora di più nel caso della definizione di un Polo museale Loverese, a definirne aspetti operativi, obiettivi strategici e orientamenti.

B) Nessuno ha rilevato o fatto rilevare in sede di Consiglio Comunale perplessità, dubbi o accuse riguardo alla gestione della Fondazione. L’espressione da me usata “ci siamo giocati il legato Zitti” non a caso era al plurale, poiché si riferiva a una responsabilità collettiva che, come ho spiegato in sede di consiglio, poneva l’accento anche sull’aspetto morale delle alienazioni passate e presenti del patrimonio lasciato in eredità da Francesco Zitti all’Accademia, alienazioni con le quali si è inevitabilmente finito col “vanificare” l’identità legata al nome di questa famiglia che occupa un posto importante nella storia loverese. Neppure una indicazione nominale è ormai presente nel contesto della Fondazione, a ricordare quel lascito imponente che ha anche rilevanza statutaria….

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