Nell’ottobre scorso, dopo i funerali di Giuseppe Taino, partigiano ed esponente comunista del dopoguerra, l’Isrec (Istituto Bergamasco per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea) attaccò duramente, per voce del suo Presidente, Angelo Bendotti, autorità bergamasche (Comune e Provincia), sindacati e ANPI, per l’assenza (poi parzialmente smentita) alla cerimonia funebre.
Con parole dure, che riportiamo: “Il giorno del suo funerale, il 19 ottobre 2015, al Cimitero di Bergamo, erano presenti in gran numero i figli dei figli di quelli che erano stati i suoi compagni, quasi a dire che la comunità perdeva il meglio di sé. C’erano anche tanti che erano stati suoi pazienti, che trattenevano, ‘perché a lui non sarebbe piaciuto’, le lacrime. Non c’erano le istituzioni, né amministrative, né sindacali, né antifasciste (non l’Anpi, non il Comitato antifascista…) a conferma che Bergamo – città ‘codina e benpensante’ – non ama ricordare, tantomeno ringraziare, i suoi cittadini migliori”.
E l’attacco alla “città codina” è continuato, con le polemiche sulla mancata adesione del Comune alla richiesta di togliere la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini….
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