TAVERNOLA IL DIBATTITO QUANDO CI LIBEREREMO DALLA CEMENTIFERA?

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Giuliano Colosio

Nei giorni delle passerelle fluttuanti (floating peers) ideate e realizzate da Christo, molti tavernolesi si sono augurati di avere un paese con più strutture turistiche (bread and fest, affitta-camere, alberghi e pensioni, agriturismi e ristoranti), per venire incontro ai tantissimi turisti, capitati anche sulla sponda bergamasca del lago d’Iseo. Tale scarsità turistica è una piaga che riguarda anche altre parti dell’Italia, come informa il giornalista Giacomo Stella nel Corriere della sera del 20-7-16, per cui l’Italia risulta aver perso da tempo il primato nel turismo. La visione di una Tavernola turistica – collocata com’è in un paesaggio di sogno! – non è, certo, tale da entusiasmare gli operai della Cementifera a cambiare lavoro per buttarsi nel turismo. Ma se anche ciò per un miracolo avvenisse, molti non troverebbero occupazione a Tavernola e dovrebbero quindi andare a fuori paese. Viviamo in tempi di grande mobilità. Avere lavoro appena fuori casa è ormai una pretesa irrealistica…

MA PRIMA DI CHIUDERE

CERCATE ALTERNATIVE

Piero Bonicelli

Mi sembra, il tuo, caro Giuliano, un approccio molto parziale al problema. Prima di tutto bisogna ricordare il “valore” che la cementifera, nelle sue varie componenti di proprietà, ha avuto nella storia dell’ultimo secolo a Tavernola. Serve poi ricordare che il lago non è mai stato considerato una risorsa turistica non solo dai tavernolesi, ma da tutti i paesi rivieraschi. Che gli altri paesi si siano “convertiti” a un uso turistico, nell’evidenza che la pesca non era più un settore economico non dico primario ma nemmeno complementare, è comunque storia recente. La sponda bresciana, anche per la sua conformazione più favorevole, si è mossa molto prima, favorita comunque anche da infrastrutture viarie realizzate con l’appoggio politico che per la sponda bergamasca è sempre mancato (e anche le chiusure recenti della strada sono state classificate come “emergenza”, non c’è mai stata programmazione, anche perché quando si è tentato di farla, qualche sindaco se n’è lavato le mani). Possiamo dire che il lago “bergamasco” a Bergamo lo hanno sempre snobbato? Tanti, troppi, l’hanno scoperto solo per la passerella di Christo. E anche in questo caso Christo, se non a Eboli, si è fermato a… Sulzano….

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