La Dea non è certa bendata sul fronte ricavi. L’Atalanta si conferma al top per fatturato ed entrate. Antonio Percassi & c non se ne intendono solo di palla che rotola e hanno dimostrato in questi anni di non sbagliare un colpo. Ecco i numeri impressionanti di questa Atalanta: nel 2019 + 20% rispetto all’anno precedente, praticamente tutto assorbito dalla qualificazione in Champions League. L’Atalanta fa segnare un altro record nel 2019, per la prima volta con l’approdo nella massima competizione continentale. Così il fatturato passa da 155,7 milioni al 31 dicembre 2018 ai 188,6 milioni al 31 dicembre 2019. Tre milioni in più per i ricavi delle sfide giocate a San Siro (quasi 4 milioni contro i 917 mila euro del 2018, anche ovvio tra gironi di Champions e turni preliminari di Europa League). Oltre a questi ci sono 29,6 milioni di euro dei diritti tv della Champions. Esattamente i 33 milioni di aumento fatturato.
E poi ci sono i diritti televisivi che sono praticamente la metà degli incassi dei nerazzurri: 89,8 milioni contro i 53,8 che erano arrivati nel 2018. È comunque una situazione virtuosa per l’Italia, dove moltissimi club viaggiano nella fascia fra il 70 e l’80% del proprio fatturato dovuto alle televisioni. Paradossalmente senza Champions questa percentuale scenderebbe intorno al 35%, ancora meno. Ma è evidente che la qualificazione continua alla Champions cambierebbe la dimensione nerazzurra, arrivando fra le prime tre/quattro per fatturato.
Capitolo costi. Sono aumentati di molto, passando da 120 milioni a 147,6 milioni di euro. Di questa esplosione 18,8 arrivano per gli stipendi, probabilmente gli altri sono finiti nelle spese per la ristrutturazione dello stadio. 50,9 milioni di euro sono legati ai compensi – i premi sono probabilmente fuori, 150 mila euro per giocatore con la qualificazione Champions – mentre gli ammortamenti per i cartellini dei calciatori sono stabili…
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