La pandemia ha causato diverse problematiche a livello sociale e ha ridimensionato gli ambienti sociali stessi, tra cui la Chiesa. Quando pensiamo all’anno appena concluso, la prima cosa che ci viene da pensare sono le difficoltà che abbiamo attraversato. Poche volte, invece, ci soffermiamo a pensare sugli aspetti positivi di questo periodo, che, seppur pochi, non devono essere dimenticati: “Non nascondo che ci siano state molte difficoltà in questo ultimo anno – spiega il curato di Casazza Paolo Carrara – , però, prima di arrivare a quelle, voglio ringraziare il Signore e la Comunità cristiana a cui appartengo, ovvero Casazza, in quanto è stata molto presente nella quotidianità. Ci sono stati dei segni, non tanto nei miei confronti, ma verso il prossimo. Non sono venute meno le azioni pastorali ed i servizi fondamentali della liturgia e della catechesi, perché essi si sono mantenuti anche nei periodi di maggiore criticità. Anche durante l’estate abbiamo mantenuto l’animazione, grazie alla collaborazione della Parrocchia, dei comuni di Casazza e di Gaverina e della Cooperativa Crisalide. Ci sono stati tanti avvenimenti belli durante l’anno, i quali non vanno assolutamente dimenticati. Anche nelle varie case sicuramente ci sono stati aspetti positivi, nonostante le numerose difficoltà affrontate”.
Indubbiamente, ci sono state innumerevoli criticità sia a livello economico, ma anche a livello sociale: “Ci sono state fatiche di due generi. Le prime di carattere organizzativo e tecnico, mentre le seconde di carattere sociale e in questo ambito rientra anche la Chiesa. Per diversi mesi, in alcuni momenti in maniera parziale ed in altri in maniera totale, non è stato possibile incontrarsi. Questo per noi è un grosso limite, in quanto la Comunità cristiana non è un’entità astratta, ma caratterizzata dalla socializzazione. Non potersi incontrare, ha significato non poter celebrare l’eucarestia e non poter pregare tutti insieme. Non abbiamo neppure potuto attivare diverse attività riguardanti l’oratorio, da quelle più strutturate a quelle più informali, come il gioco, le uscite estive o semplicemente la condivisione del tempo libero. La stessa catechesi è stata limitata per diversi mesi, ma, nonostante ciò, si è cercato di mantenere i contatti attraverso le piattaforme online. Ovviamente, non è la stessa cosa di potersi incontrare. Adesso alcune attività sono riprese, altre, purtroppo, no, ma rimangono permanenti numerose difficoltà. Ci sono dei ritmi di vita e delle abitudini che sono diverse, in tutti i settori, incidendo molto sulle libertà e attività delle persone. In questa fase mi sono sorte diverse domande sul difficile momento che stiamo passando. All’apparenza per alcune persone adulte e anziane, ed in secundis per i bambini e ragazzi, l’essere tornati a celebrare l’eucarestia ed a vivere alcuni momenti insieme, i quali sono caratteristici della comunità cristiana, non è stato scontato…
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