Un anno fa la Cina non sembrava poi così “vicina” come nel film di Marco Bellocchio (1967). Wuhan era un nome di una città sconosciuta (abbiamo poi scoperto che aveva più di 11 milioni di abitanti, un’enormità, Milano ha poco più di 1 milione e quattrocento mila abitanti).
Come disse Natanaèle di Gesù e del suo paese di provenienza: «Da Nazaret può mai venire qualcosa di buono?». Dalla sconosciuta Wuhan cosa poteva venire di “buono”? Infatti, arrivò ben altro.
Ma prima in bergamasca c’era un allarme di diversa natura.
3 dicembre 2019
Una studentessa di Villongo, nel basso Sebino, Veronica Cadei, è la prima vittima di meningite: infezione fulminante.
5 dicembre 2019
Secondo caso di meningite a Sarnico. La ragazza (16 anni) rivoverata all’ospedale di Bergamo, si salva.
24 dicembre 2019 – Terzo caso: un giovane di 36 anni di Villongo è ricoverato in terapia intensiva, sempre per meningite.
31 dicembre 2019
Stiamo per festeggiare il capodanno, sarà un anno bisestile “anno bisesto anno funesto”. Per gioco (ancora per poco) si fruga nel mito, nella leggenda, nella storia, “febbraio” (che ogni quattro anni ha un giorno in più introdotto da Giulio Cesare), deriva da “februa” che (è al plurale) individuavano riti di purificazione ma a noi adesso richiama la “febbre”, il sintomo per eccellenza del terribile Covid. In quel 31 dicembre c’è una notiziola che non abbiamo nemmeno voglia e tempo di archiviare in memoria: c’è una misteriosa malattia in quella città cinese che ha contagiato decine di addetti al mercato del pesce dove si vendono anche animali vivi.
Si scoprirà a maggio che già il 27 dicembre in Francia, rianalizzando i risultati dei tamponi, c’era un “positivo” in ospedale alle porte di Parigi.
3 gennaio 2020
Quarto caso e seconda vittima di meningite: Marzia Colosio originaria di Tavernola ma residente a Predore muore all’ospedale di Brescia sempre per meningite.
4 gennaio 2020
Il quinto caso di meningite è quello di un ragazzo di 16 anni di Castelli Calepio. Arrivano i vaccini erogati da ambulatori di emergenza. L’allarme rientra. Intanto le piste di sci della zona sono invase e ci sono polemiche sulle “code” in alcune stazioni.
7 gennaio 2020
Il virus cinese viene chiamato 2019-nCoV e fa parte della “famiglia” dei coronavirus, come la SARS e il… raffreddore.
L’ennesima influenza proveniente dall’est, come la terribile “Spagnola” (a dispetto del suo nome derivava dalla Cina) o come quella (meno terribile ma pur sempre devastante) chiamata “Asiatica” degli anni 50. Va beh, ci diciamo, “i cinesi sono talmente tanti che nemmeno si accorgono di qualche centinaio di morti”.
14 gennaio
Una donna che proviene da Wuhan si porta dietro il virus in Thailandia. Poi si registrano casi in Giappone e Corea del sud e in Cina il contagio dilaga. Primi morti.
20 gennaio
Si scopre che il virus non è trasmesso con il contatto con gli animali ma da uomo a uomo. Intanto milioni di abitanti di Wuhan vanno in giro per il “capodanno cinese” (che poi viene annullato, ma ormai la gente è partita e il contagio si diffonde.
24 gennaio
Impariamo un vocabolo inglese: lockdown che tradotto vuole dire “confinamento”, ma sembra più elegante. Il primo viene istituito proprio a Wuhan. Ma a noi italiani cosa importa? Cose cinesi… Mica tanto, visto che evidentemente qualche allarme c’è se…
30 gennaio
L’Italia sospende i voli da e per la Cina. Ma gli affari sono affari e la furbata è fare scalo in altri paesi per cui chi arriva non risulta proveniente dalla Cina.
Ma ormai la frittata è fatta. In Italia “polmoniti anomale” sono già state registrate perfino a dicembre 2019 e molte di più a gennaio 2020. Ma i medici non le hanno collegate al virus cinese. E il giorno dopo…
31 gennaio
Giuseppe Conte, presidente del Consiglio, annuncia che sono stati registrati in Italia i primi due casi (i primi ufficialmente riconducibili al virus): sono due turisti cinesi. Viene annunciata un’ “emergenza nazionale” che ai più allora appare eccessiva, che sarà mai, la solita influenza arrivata un po’ più tardi del solito…
2 febbraio
“Vedi come una dittatura risolve i problemi in pochi giorni?”. La battuta da bar è riferita alla notizia che a Wuhan è stato realizzato un gigantesco ospedale di mille (mille!) posti letto in poche settimane.
L’attenzione e la meraviglia è per i tempi di realizzazione, non si “legge” la notizia come un allarme, nel senso che se costruiscono un immenso ospedale l’epidemia è in rapidissima espansione e i ricoverati si moltiplicano (e forse anche i morti, ma su questo la Cina è piuttosto reticente, come succede nelle… dittature).
7 febbraio
Arriva la notizia che è morto Li Wenliang. Chi è? E’ il medico cinese che per primo ha dato l’allarme e che il governo cinese aveva tacciato di allarmismo e accusato di diffondere notizie tendenziose e false (il 2 aprile il governo cinese ci ripensa e verrà riconosciuto come “eroe nazionale”. Ma nel frattempo è morto.
11 febbraio
L’OMS (Organizzazione Mondiale Sanità) dà ufficialmente il nome di SARS-CoV-2 al virus e la malattia viene chiamata “Covid19” dove il 19 sta per l’anno della sua comparsa (quindi riconoscendo che è comparso prima del 2020). Intanto vengono cancellate tutte le grandi manifestazioni internazionali. Ma il calcio, no, quello non si ferma.
19 febbraio
Si gioca a San Siro (lo stadio di Bergamo non è omologato per le partite internazionali) Atalanta-Valencia di Champions League. Quasi cinquantamila bergamaschi (e non) affollano San Siro.
Secondo alcuni esperti è la “partita zero” che ha contribuito a scatenare il contagio anche se fino a quel momento l’Italia, a parte i due cinesi ricoverati a Roma, ne sembrava immune.
E Bergamo sarebbe diventata tristemente nota in tutto il mondo non per la vittoria dell’Atalanta (4-1 sul Valencia) ma proprio per i morti provocati dal virus.
21 febbraio 2020
Il primo italiano ufficialmente “contagiato” è di Codogno dove in pochi giorni si registrano altri 14 contagiati. Il primo a morire (sempre ufficialmente) per Covid19 è Adriano Trevisan, 78 anni, residente a Vo’ Euganeo, ricoverato in terapia intensiva all’ospedale di Schiavona di Padova.
23 febbraio
E’ domenica. Si scopre che i tamponi fatti due giorni prima a due pazienti ricoverati all’ospedale di Alzano sono positivi: si tratta di un signore di Villa di Serio Ernesto Ravelli (morirà lunedì 24 febbraio) e di un ex camionista di Nembro.
L’ospedale viene chiuso e… “isolato”. I due pazienti sono dirottati al Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Misteriosamente, due ore dopo, l’ospedale di Alzano viene riaperto come nulla fosse successo. Confindustria bergamasca (“Bergamo non si ferma”) e lombarda spingono perché non ci sia allarmismo e le aziende restino operative
Le prime “zone rosse” sono istituite in 11 comuni lombardi e veneti (tutto sospeso, non si può uscire dal proprio paese). E comincia la novena delle conferenze stampa che elencano i numeri dei contagiati in Italia, anche se sono tutti concentrati tra Lombardia e Veneto.
26 febbraio
I casi in provincia di Bergamo sono 20 (compresi i medici dell’ospedale di Alzano).
27 febbraio
Le prese di posizione dei politici sono per minimizzare, la paura di chiusure totali, l’economia, il consenso ecc. Tra loro Nicola Zingaretti, segretario del Pd, Giuseppe Sala sindaco di Milano, Giorgio Gori, sindaco di Bergamo: “non ci si ferma” è il loro grido di battaglia. Ma non solo i soli. Il Presidente americano Donald Trump proclama al mondo che il virus l’hanno inventato i “democratici” statunitensi per poi contraddirsi aggiungendo che “sparirà come per un miracolo” quindi ammettendo che esiste.
29 febbraio
Salgono a 110 i “positivi” ad Alzano e dintorni.
2 marzo
La provincia di Bergamo registra 508 casi. L’Istituto Superiore di Sanità raccomanda di istituire una “zona rossa” ad Alzano e Nembro. Nei giorni successivi Confindustria sostiene che le aziende devono rimanere aperte e che ci sono imprenditori pronti a disobbedire.
4 marzo
In Italia vengono sospese le lezioni “in presenza” in tutto il territorio nazionale. “Saccheggi” nei supermercati. Si rievocano le grandi epidemie del secolo scorso, la “Spagnola” del 1918-19 fece 100 milioni di morti, quella che fu chiamata “Asiatica” nel 1957 fece 2 milioni di morti. Nel 1968 l’influenza chiamata “Hong Kong” solo in Italia fece 20 mila vittime.
5 marzo
La “zona rossa” di Alzano e Nembro sta per partire, ci sono pronti 300 poliziotti e carabinieri e alcune strade vengono transennate. Tutti fermi aspettando Godot. I contagiati ad Alzano sono calcolati in 200 e a Nembro 100. “Sembra che siamo tutti appestati e ci guardano in cagnesco” dicono a Nembro. “Ero in Valcamonica e mi hanno detto che gli portavo il coronavirus”. Non c’è ancora coscienza del disastro. A fine marzo ad Alzano si conteranno 100 morti, a Nembro 120. Ma il bilancio comprenderà a fine prima ondata anche 197 morti ad Albino, e a Nembro saliranno a 188.
7 marzo
Viene istituita la “zona rossa” per tutta la Lombardia. Ma la notizia trapela prima che sia data ufficialmente e la stazione centrale dei treni a Milano viene presa d’assalto da gente che vuole andarsene al sud. Intanto nelle Case di Riposo le morti si susseguono e non sono nemmeno calcolate come morti di Covid non essendo stati fatti i tamponi. E’ una strage silenziosa. E non si trovano le bombole di ossigeno. Negli ospedali la ressa dei ricoverati fa andare in tilt il sistema, i malati sono messi anche su materassi nei corridoi.
Sui balconi appaiono migliaia di striscioni con scritto “Andrà tutto bene”. Araberara pubblica la “profezia” di Sylvia Browne che nel 2008 aveva annunciato per il 2020 una pandemia.
8 marzo
Vengono rinviate in autunno le elezioni comunali. Anche il calcio prende atto che c’è quella che adesso non è più epidemia ma pandemia (riguarda più nazioni) e Juventus-Inter viene giocata a porte chiuse con lo stadio deserto con cui ci abbiamo fatto l’abitudine.
9 marzo
Il lockdown è esteso a tutta Italia. Gli ospedali del nord sono al collasso. Le camere mortuarie non bastano più. Le Borse crollano.
11 marzo
La Borsa di Milano registra -16,92% un record negativo di tutti i tempi e anche Wall Street fa segnare -12% a riprova che è pandemia e ormai si sta estendendo in tutto il mondo anche se le prese di posizione dei politici sono ancora per minimizzare. Dopo Trump anche Boris Johnson in Inghilterra ne spara una: aspettiamo l’immunità di gregge e intanto “rassegnatevi a perdere molti cari”. Intanto le ripercussioni finanziarie sono devastanti.
16 marzo
Uno studio della Columbia University denuncia il ruolo degli asintomatici (insomma chi ha il virus ma non ha sintomi) che circolano liberamente e diffondono il contagio. Da qui l’imposizione dell’uso delle mascherine.
17 marzo
Il Governo vara il decreto “cura Italia” a sostegno delle aziende chiuse vietando i licenziamenti, allargando la cassa integrazione e 600 euro per gli autonomi che dimostrino un danno economico.
18 marzo
Ed ecco l’immagine simbolo che è talmente tremenda da far dubitare (al sud) che sia stato inventata. La colonna dei camion militari che sfila di notte con le bare delle vittime raccolte nei vari ospedali della provincia di Bergamo.
19 marzo
La Bce (Banca Centrale Europea) annuncia misure per tamponare l’economia mettendo sul piatto 750 miliardi. Il giorno dopo la Commissione europea sospende il “Patto di stabilità” che impegnava al 3% del rapporto tra deficit annuale e Pil (Prodotto Interno Lordo) e al 60% del rapporto Debito-Pil (l’Italia del resto superava già il 130%).
20 marzo
Il Governo fa chiudere i parchi pubblici e lo sport (se non quello individuale nei dintorni di casa propria).
22 marzo
Nuovo decreto, nuove sospensioni delle attività produttive e divieto di spostarsi dal proprio Comune.
24 marzo – Dopo il rinvio degli Europei di calcio ecco l’annuncio che sono rimandate le Olimpiadi di Tokyo 2020. Sospese le grandi manifestazioni sportive (compreso il Giro d’Italia).
27 marzo
In Italia salgono a 86 mila i contagi: 969 morti. E’ il picco più alto.
Negli Stati Uniti i casi superano quelli italiani e c’è emergenza economica, più di 3 milioni chiedono il sussidio di disoccupazione e viene varato un piano di 2 mila miliardi a sostegno dell’economia.
31 marzo
Il caso Ungheria dove Viktor Orbàn sospende il Parlamento e si assume pieni poteri con la scusa del coronavirus.
5 aprile
Prima inversione di tendenza in Italia. Calano le terapie intensive sotto quota 4 mila.
7 aprile
Il governo italiano vara il “decreto liquidità” con prestiti bancari garantiti dallo Stato fino a 25 mila euro.
8 aprile
La Cina annuncia la fine del lockdown a Wahan.
10 aprile
Araberara pubblica il racconto di un infermieri: “Io, al Pronto Soccorso, ho visto l’inferno”. Il racconto di chi muore anche in casa perché si “sconsiglia” di ricoverare i malati in ospedale, già impotenti a soccorrere tutti. Emergono i sospetti su chi abbia fermato la “zona rossa” ad Alzano e Nembro dove i morti sono centinaia “ma le fabbriche non erano state chiuse”. Inchiesta aperta. Comincia la pubblicazione dello Spoon River di Araberara: 28 pagina di memorie. Su Araberara Valcamonica altre pagine di memorie.
12 aprile
Il premier inglese Boris Johnson, quello dell’indennità di gregge, lascia l’ospedale: “Mi hanno salvato la vita”.
16 aprile
Muore lo scrittore cileno Luis Sepùlveda per Covid.
20 aprile
Calo dei ricoveri e dei contagi in Italia.
21 aprile
In America gruppi di contestatori chiedono la fine del lockdown e il presidente Trump li appoggia. Lo stesso sostiene che è interessante la proposta di “Iniettare disinfettante” per guarire il Covid. Insorgono tutti i medici.
24 aprile
Araberara pubblica i dati sui decessi “silenziosi” (in quanto non calcolati come morti di Covid) nella Case di Riposo: in alcune si arriva al 50% di morti tra gli ospiti. “La strage degli innocenti: nelle Rsa nessun tampone”. “Mio padre non me lo hanno fatto più vedere, morto da solo in Csa di Riposo”. Araberara pubblica altre 11 pagine di “memorie”.
26-29 aprile
Negli Stati Uniti superato il milione di contagi e il totale dei morti supera le vittime della guerra del Vietnam.
4 maggio
In Italia inizia la “Fase 2” con la riapertura delle industrie e pochi giorni sopo bar e ristoranti. Si riparte. Ma già qualche esperto annuncia una “seconda ondata”.
16 maggio
In Germania riprendono il campionato di calcio ma a porte chiuse.
19 maggio
Viene varato il “decreto rilancio” con fondi per 55 miliardi.
22 maggio
Nell’euforia del “ricominciamo” si registrano altre vittime e il problema dei tamponi che si fanno con il contagocce: “Se ha avuto morti in famiglia ma sta bene non le facciamo il tampone – Allora posso uscire? – No perché non ha fatto il tampone”. Prosegue lo Spoon River su Araberara con altre 10 pagine. Quindi si continua a morire ma ufficialmente “ne siamo usciti”.
Giugno
Nell’illusione che tutto sia finito, infuriano le polemiche sulle responsabilità politiche rimpallate tra Regione e Governo, sul ritardo nell’istituire la “zona rossa”, partono le denunce alle Procure.
Luglio
Scoppia in bergamasca lo scandalo sulla gestione dei migranti: indagati alcuni preti e alcune cooperative e perfino la Caritas diocesana. Emergono storie di “malasanità”. Gli ammalati di tumore che non hanno potuto fare le chemio e muoiono.
Agosto
Arriva il caso dei vaccini per… l’influenza, che mancano. Le prenotazioni delle visite ambulatoriali sono rinviate di mesi per il ritorno dei medici che si trovano con centinaia di visite arretrate sospese al tempo del covid. E per accedere ai CUP per le prenotazioni bisogna utilizzare una App che soprattutto gli anziani non sanno usare. E i piccoli ospedali che hanno sopportato l’ondata dell’emergenza sono penalizzati. Ad Alzano (BG) viene sospeso (sarà definitiva) il reparto maternità. Affluenza record in montagna nelle seconde case.
Altra conseguenza del Covid: il boom dei suicidi.
Tutto sembrava finito, ci siamo goduti (per modo di dire) la breve estate di questo anno funesto e poi è arrivata l’annunciata seconda ondata. Nella bergamasca i morti, a metà novembre, erano 3.205, una strage. La pandemia ha colpito nella seconda ondata soprattutto la bassa bergamasca e, come si temeva, Milano. E poi altre regioni d’Italia che erano passate indenni in primavera.
Bergamo e Brescia, le più colpite dalla prima ondata, hanno avuto ancora alcuni casi, “numericamente” ridotti. Appunto, la beffa è morire e diventare un numero.
Settembre
Per non farci mancare niente scoppia lo scandalo della “Lega”. Inquisiti e arrestati commercialisti con bonifici, vendite a prezzo gonfiato e… ville sul Garda e imprenditori.
Nel frattempo si sono tenute le elezioni nei Comuni in scadenza di mandato, elezioni che erano state rinviate in primavera. A Clusone si registra un ribaltone storico con la fine del decennio leghista. Mentre la Lega resiste a Cene, il primo Comune che ebbe un sindaco leghista in Italia, e a Gazzaniga. Le scuole sono aperte con misure di sicurezza e in alcuni casi entrate e uscite scaglionate.
Ottobre
Si susseguono i ricordi dei morti nei paesi. Ci si illude che tutto sia finito e si fanno i bilanci. Proposte di erigere monumenti con l’elenco delle vittime del coronavirus.
E invece è arrivata la seconda ondata. Gli ospedali locali devono di nuovo riservare reparti per il Covid ma perlopiù ricevono pazienti provenienti dalla zona del milanese. Le scuole vengono chiuse di nuovo, il calcio dilettantistico si ferma appena avviato.
Dicembre-gennaio 2021….
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