“Non chiamatela frana, quello è un semplice assestamento”. Giovanni Benini, attuale sindaco di Castelli Calepio, ha titolo per intervenire (e nel suo stile lo fa a… gamba tesa) in quanto era sindaco di Parzanica (lo è stato dal 1993 al 2001) quando fu progettata e realizzata la strada che sale appunto da Tavernola (appena dopo il cementificio) fino al paese attualmente tagliato fuori dal collegamento con la provinciale rivierasca.
“Quella strada l’ho ottenuta io. Allora il cementificio era di proprietà di Federico Milesi, grande imprenditore. Ero in trattativa con lui per aprire la miniera di Parzanica e in compenso ho chiesto che si realizzasse la strada per il paese. All’inizio l’idea era di costruirla tutta sul territorio di Parzanica, con lo sbocco a Portirone (appunto la frazione di Parzanica in riva al lago – n.d.r.). Ma ci furono due ostacoli. Il primo era la legge Galasso (che impediva di fatto un nuovo accesso a lago), il secondo fu… Tavernola, dove hanno sempre considerato Parzanica come un parente povero. Era allora sindaco Natale Colosio che pretese la bretella per Cambianica, quella diventata famosa perché è stata chiusa per più di dieci anni, a mio parere inutilmente… Quindi la strada fu costruita passando sul territorio di Tavernola e dovetti fare un accordo di programma con Colosio che pretese, come ho detto, la bretella per Cambianica. Da Milesi ho ottenuto che partissero contemporaneamente i lavori della strada e della miniera e anche qui con la condizione che ad ogni ‘buca’ che si faceva ci fosse la piantumazione e infatti la miniera è praticamente… invisibile e ancora ottenni che non ci fossero camion in giro, tre gallerie e il materiale portato a valle con dei nastri. A metà dell’opera a Milesi subentrò la Lafarge che spese un sacco di soldi per quella bretella…”. ..
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