“Ecco come facciamo, un quadrifoglio vuol dire marijuana, la bottiglietta acidi e il libro di scienza la quantità. Così non ci beccano”
L’ultimo caso è di pochi giorni fa, la notte tra sabato 10 settembre e domenica 11 settembre, la mezzanotte è passata da poco quando il 112 riceve una chiamata per una richiesta di soccorso a Rovetta, nella zona di Via Madonna di Sommaprada, una ragazza di 17 anni sta male, intossicazione etilica , la ragazza era stata a una festa attorno al Parco Vialfant. Viene portata all’ospedale di Piario. Nei giorni scorsi altri casi simili a questo, tutti giovanissimi, molte ragazze, e tutti per abuso di alcool che viene venduto anche a minorenni in locali e bar.
E insieme all’alcool ‘canne’ e in alcuni casi nuove droghe. E cambia il modo di cercare sostanze, con l’avvento di whatsapp e nuove tecnologie sono finiti i tempi in cui i ragazzi andavano nei parchi o in zone particolari per aspettare di comprare roba. “Ci sono le emoticon – racconta un ragazzino che frequenta il terzo anno di scuola superiore – che sono difficili da interpretare per chi è fuori dal nostro giro (le emoticon sono icone che si usano comunemente nei messaggi ndr) e non possono essere intercettate”. In realtà si potrebbe ma le Questure devono continuamente aggiornarsi per stare al passo con la comunicazione dei ragazzini che a livello di tecnologia sono sempre un passo avanti. “Ci troviamo grazie a whatsapp e abbiamo icone che rappresentano quello che vogliamo dirci e quello che vogliamo comprare”. Esempio? “Il quadrifoglio rappresenta la richiesta o vendita di droga. Per sapere quanta ne vuoi usiamo l’immagine dei libri di scienze e poi a seconda di che tipo di droga vuoi ci sono immagini diverse. Una bottiglia rappresenta la richiesta più pericolosa”. Cioè?…
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