Tra strade, profumi e colori delle nostre valli – Gli itinerari per la nostra primavera

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BUCA DEL CORNO

Tra i vari percorsi naturalistici più interessanti della Valle Cavallina non si può non indicare la visita guidata alla famosa Buca del Corno di Entratico. Si tratta di una opportunità da non perdere, con un accompagnamento personalizzato e specialistico su tutto ciò che riguarda il mondo sotterraneo, la vita che lo popola e soprattutto il bene primario che lo percorre al suo interno: l’acqua, fonte di vita del pianeta.

La Buca del Corno si trova sulle pendici settentrionali del monte Sega, a quota 470 metri sul livello del mare. È una delle poche grotte attrezzate turisticamente in Lombardia: ha uno sviluppo complessivo di circa 500 metri, con un dislivello in ascesa di circa 40 metri.

Il percorso interno, opportunamente adattato con passerelle e scalette e dotato di una efficace illuminazione artificiale, può accogliere visitatori di ogni età senza aver bisogno di alcuna attrezzature specifica.

La visita guidata ha una durata minima di un’ora: è molto particolare e approfondita e porta l’impronta tipica degli speleologi che ne evidenziano le peculiarità morfologiche: iniziando dai classici speleo temi come stalattiti, stalagmiti e sfarzose colate concrezionali, per arrivare alla particolare forma delle gallerie interne, che modellate dall’acqua, sono simili a quelle che, all’interno delle montagne, si trovano solitamente a grandi profondità.

Già dall’ingresso, camminando a fianco del Valle dei Brugali, corso d’acqua che origina dalla Buca del Corno, si può percorrere a ritroso la via attiva della grotta. Il torrente, segue le stagioni, e, in periodi piovosi, aumenta di portata e di fragore, aumentando il fascino dell’ambiente, senza mai costituire pericolo. Alla grotta si accede tramite un’ampia galleria iniziale che dopo qualche decina di metri rende perfettamente l’idea del significato di “entrare nelle viscere della terra”.

Mentre si cammina si aprono vani e diramazioni che si perdono nel buio della montagna. Così è possibile vedere un alto camino detto “Sala della Cascata”, oppure percorrere il “Meandro della doppia Esse”, ammirare varie vaschette concrezionali fino ad arrivare all’affascinante “Sala del vortice” e alla “Sala della frana”.

Il  percorso poi prosegue con un giro ad anello in ambienti superiori, fino ad un ingresso superiore (ancora non accessibile) per poi unirsi alla via del ritorno, attraverso sorgenti laterali da cui sgorga il fiume.

La Buca del Corno è circondata da un parco attrezzato di 6.000 metri quadri, raggiungibile a piedi lungo il sentiero della “Pendesa” o in auto lungo la stradina asfaltata che collega Entratico a Foresto Sparso.

VALLE DEL FREDDO

La Riserva Naturale della Valle del Freddo rappresenta una eccezionale finestra ecologica e naturalistica su ambienti di altri tempi. La visita dell’area protetta consente di vivere di persona le trasformazioni che i grandi fenomeni geologici e climatici del passato hanno prodotto e continuano a produrre sul nostro territorio.

Il sito si trova nel territorio comunale di Solto Collina, nell’Alto Sebino, a ridosso dello spartiacque che, in Valle Cavallina, separa il lago di Gaiano da quello di Endine.

Qui, un rarissimo concatenamento di fattori, il primo dei quali è proprio il ghiaccio, produce il cosiddetto fenomeno microtermico, per il quale, dalle bocche del freddo fuoriesce aria gelida che in estate e inverno contribuisce a creare un microclima sufficientemente stabile da permettere la presenza a 350 metri di altitudine, di una intera serie di habitat che normalmente si collocano almeno oltre i 1500 metri di altitudine. Capita così che, camminando lungo i sentieri della riserva, si possa vivere il passaggio repentino da un bosco di latifoglie submontano ad una prateria alpina punteggiata da Genziane, da Larici, Stelle alpine o da una distesa di Rododendri che fanno bella mostra di sé tra i detriti spigolosi lasciati dall’ultimo ramo glaciale che ha visitato la Valle Cavallina.

Partendo da Bergamo la Riserva si può raggiungere in automobile prendendo la Statale 42 in direzione di Lovere-Tonale. Superati il lago di Endine e di Gaiano, dopo alcune centinaia di metri si lascia la SS 42 imboccando sulla destra, per chi proviene da Bergamo, una strada sterrata. Dopo circa 10 metri sulla destra si trova un piazzale, dove si può parcheggiare; da qui seguendo le indicazioni si arriva all’imbocco della valetta. Partendo da Lovere, sempre lungo la SS42, si può trovare la riserva sulla sinistra, circa mezzo chilometro dopo la galleria denominata “La Mano”, in corrispondenza di un’ampia rotonda stradale. Stesso discorso per chi arriva da Clusone e percorre la Val Borlezza fino al comune di Sovere, dovrà proseguire a valle lungo la Val Cavallina fino alla rotonda indicata.

VALLE DEL TUF

La Valle del Tuf, poco distante dal centro abitato di Spinone al Lago, è ricca di sorgenti di acqua sulfurea molto rinomata per le sue qualità terapeutiche tanto che il Comune fin dalla fine del XIX secolo riservava alla popolazione “il diritto di trasportare acqua agli ammalati dietro ricetta del medico e di berla alla Fonte spinosa gratuitamente”. Come recita il cartello turistico posto in loco: “L’acqua della Valle del Tuf scende da uno sperone di tufo riconoscibile a vista”.

Le acque un tempo precipitose si immettevano nel fiume Cherio a valle del lago originando una palude che venne bonificata dagli austriaci attorno al 1835. Nella valle oltre al tufo, sono presenti lastroni calcarei e marne nere. Le numorose sorgenti sono captate per l’imbottigliamento e per uso pubblico.” Dal 1982 attorno a questa fonte è stato attrezzato a cura del Comune, con l’ausilio degli Alpini e dei volontari, il Parco fontanino degli Alpini dove, oltre ad attingere comodamente l’acqua della Fonte spinosa, si può sostare o passeggiare liberamente nel folto della vegetazione.

Tra le principali costruzioni un tempo spiccava un castello, abbattuto nel XV secolo per ordine di un decreto della Repubblica di Venezia che prevedeva la demolizione di tutte le fortificazioni della valle, di cui faceva parte integrante del sistema difensivo.

La ex-casa dei conti Suardi, edificata nel XV secolo nel centro abitato su un antico convento preesistente, conserva tracce di affreschi nel cortile interno. Risalenti rispettivamente al XVII e XVIII secolo sono villa Valzelli e la ex-villa Patirani. Di quest’ultima resta solo il ricordo e una parte dell’allora esteso parco che giungeva fino al lago.

PARCO DEL GIGANTE

Intorno ad una scultura rupestre detta “Il Gigante”, del 1840, opera giovanile di Giosuè Meli (1816-1893), scolpita nella roccia viva lungo la scalinata di Via Costa, a Luzzana, è stato realizzato nel 2012 il “Parco del Gigante”, lungo il corso terminale del Bragazzo, in prossimità del suo sbocco nel Cherio.

Il Parco traccia un percorso pedonale attraverso sentieri e passerelle che costeggiano il Bragazzo e creano punti di osservazione del contesto naturale. Una piattaforma in particolare consente di sostare davanti al Gigante e ammirarlo.

Tutt’intorno, il visitatore può trovare ripidi pendii, torrenti impetuosi e deliziosi laghetti con piccole cascate d’acqua limpida che costituiscono il Parco del Gigante. Si può percorrere la fitta trama di passerelle e sentieri che si snodano attorno al torrente Bragazzo e il visitatore si potrà regalare scorci inediti per ammirare paesaggi ancora non intaccati dall’uomo (i testi sono tratti dal sito di’Itinerari provincia di Bergamo’).

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