SCHILPARIO – E’ nata la birra scalvina: si chiama “Fréra”

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Hai presente il sito minerario che gestisco in Val Trompia?”. Anselmo Agoni risale alla genesi che ha portato a produrre la “birra scalvina” che sarà già possibile acquistare nei negozi della Val di Scalve, alla Latteria di Vilmaggiore oltre che a Rogno. Che c’entra Rogno? Perché la nuova birra è prodotta dal Birrificio agricolo Pagus, un’azienda che produce luppolo e malto d’orzo per le sue birre. E allora cosa c’entra la Val di Scalve? “Ti spiego, in Val Trompia alla miniera Sant’Aloisio, mi è stata proposto di destinare una parte della miniera per la stagionatura della birra. Da qui l’idea di mettere a disposizione la miniera di Schilpario per lo stesso scopo. Ma a questo punto l’idea si è sviluppata. All’interno della miniera c’è una sorgente che deriva dalla cascata del torrente Gaffione che scende dal ghiacciao del monte Vivione. Abbiamo analizzato l’acqua che si forma nel laghetto che è visitabile all’interno della miniera e…”. A questo punto proseguono i due del Pagus, Gabriele e Stefano: “Dalle analisi abbiamo riscontrato le particolarità dell’acqua della sorgente e abbiamo cercato una ricetta che esaltasse le proprietà dell’acqua e l’abbiamo individuata in quella che si chiama ‘Bitter inglese’ (letteralmente significa ‘amaro’) che richiede un’abbondante luppolatura da equilibrare per attenuare l’amaro con il malto d’orzo, due elementi che coltiviamo noi nella nostra azienda a Rogno…

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