ROVETTA – Claudio: “Tornerei indietro di dieci anni perché ho vissuto a metà, ora non ho più paura a dire che sono gay…”

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La maglietta con i colori dell’arcobaleno, gli occhi verdi che raccontano più di tante parole. Claudio di cognome fa Beccarelli, 26 anni il prossimo 25 giugno, abita a Rovetta e lavora nell’azienda agricola di famiglia. Un ragazzo come tanti, con una storia che fa rumore. Nella testa, nel cuore, nella vita. “Da dove iniziamo?”, mi dice. Claudio sorride dietro quella mascherina arcobaleno, Claudio è sé stesso, dopo tanto tempo, finalmente. Accanto a lui c’è Morena, l’amica della vita, di quelle che basta uno sguardo per intendersi. “Sono gay e questa maglietta arcobaleno la indosso con orgoglio. Mi chiedono spesso quando ho capito di esserlo e un momento preciso non c’è. Una persona gay lo sente da sempre, ma viviamo in una realtà troppo chiusa per sentirci liberi di vivere davvero la nostra vita… se solo penso che in città mica ti senti gli occhi addosso come succede qui. E quindi mi sono sempre sentito oppresso, non sono mai stato libero di vivere ciò che sentivo dentro. Almeno non prima di qualche anno fa. All’inizio pensavo di essere io l’errore, quello sbagliato, mi sentivo escluso da qualsiasi cosa. Anche tra i banchi di scuola non è stato semplice, ero costretto a nascondere tutto come potevo. Perché se anche ognuno di noi è fatto a modo suo, non ti senti ‘normale’ e allora ti adatti, cerchi di essere come tutti gli altri. Che poi mi nascondevo fino ad un certo punto. I miei atteggiamenti più delicati rispetto agli altri venivano fuori involontariamente, ero così, non ci potevo fare niente. Crescendo, ho iniziato a vivere qualche storia clandestinamente, di notte, in macchina, senza che nessuno vedesse e sapesse. È stato difficile, avevo paura di me stesso… in me sentivo un miscuglio di emozioni. Da una parte mi sentivo nel giusto perché stavo bene, dall’altra sentivo che stavo sbagliando perché la gente attorno a me non mi avrebbe mai compreso. Ti senti in colpa, perché in quel momento non riesci a capire che è chi ti giudica ad essere ignorante e che non è colpa tua, ma a questo ci arrivi dopo”.

Cosa ti ha fatto male dell’atteggiamento della gente? “Mi è capitato che degli amici quando hanno saputo che sono gay hanno cambiato idea su di me, ma essere gay non deve influenzare le persone. Cosa cambiava di me? Assolutamente niente. Ho passato un periodo in cui mi sentivo libero soltanto se bevevo, sai, con qualche bicchiere di troppo non mi accorgevo di quello che succedeva intorno a me, potevo spingermi anche un po’ più in là. In quel momento era l’unico modo che avevo di essere me stesso. Poi quando l’euforia passava e mi ritrovavo nella mia vita, quella reale, piangevo… vivevo in un altro mondo e solo per quei pochi istanti”.

Come vivere in un mondo che non ti appartiene. C’è un momento che ti ha segnato particolarmente? “Una sera ero in discoteca, sulle scale, un ragazzo che conoscevo si avvicina, mi parla per un momento e poi se ne va. Una chiacchierata normale, come tante altre insomma. Poco più in là lo sento dire “Alà culatù”, non so dirti come mi sono sentito in quel momento. È stata una pugnalata, avrei preferito me lo dicesse in faccia. Non ho provato rabbia, io non sono fatto così, ma deluso quello sì e anche tanto. Morena quella sera era con me, ci eravamo ritrovati da poco. Quando sono arrivato a casa quella notte, si è illuminato il cellulare. Era lei, mi aveva scritto ‘non vergognarti di quello che sei, sono in debito con te, la prossima volta che usciamo offro io’. Per me è stato come una promessa, mi ha fatto capire che non ero io quello sbagliato. Beh, è come se in quel momento fossi rinato. Mi sono reso conto di aver vissuto una vita a metà, ho sempre evitato certi discorsi, mi sentivo tagliato fuori ma non ho mai fatto niente per evitarlo”.

Il 2018 è stato l’anno della svolta nella vita di Claudio: “Iniziavo a rendermi conto attraverso i social che vivevo in un posto troppo chiuso, che non mi apparteneva, mi sono reso conto che avrei dovuto allargare gli orizzonti. Quando ho iniziato a girare a Bergamo ho visto un altro mondo, totalmente differente da qui, dove ti senti libero, dove non ti guardano male se dici di essere gay. Dove non ti senti giudicato, dove se dici di essere gay ti rispondono…

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