Da tempo desideravo che Andrea Giudici raccontasse la sua scelta di lavoro che pochi ragazzi intraprendono in valle. Era un alunno serio, Andrea, un po’ timido ed introverso, ci si capiva con gli occhi più che a parole. La sua passione per l’allevamento la si leggeva già nei disegni e nel suo raccontare sul quaderno i momenti passati con il papà sui prati e alla stalla.
L’ho trovato cresciuto e fiero della sua scelta e mi piace condividerla con tutti voi con il malcelato orgoglio che ogni maestra prova quando scopre il successo di un suo alunno.
Poche sono le domande che gli ho posto: il suo esporre è stato un flusso di vissuti che ho preferito non interrompere.
La prima ovviamente ha riguardato la genesi della sua scelta che va a ritroso nel tempo…
“Fin da piccolo andavo con il papà nella stalla a dargli una mano, mi piaceva osservare le vacche soprattutto quando erano libere al pascolo. Il mio primo animale fu una pecora che mi venne regalata a S. Lucia, poi per farle compagnia se ne aggiunsero altre. A 11 anni, tutti i giorni prima di andare a scuola, le andavo a vedere, le rifocillavo e non facevo loro mancare nulla, che soddisfazione vederle crescere! Più tardi la passione per l’allevamento di mio padre aumentò. Al mattino mi alzavo presto per andare con lui alla stalla, poi tornavo a casa in tempo per una doccia e via a scuola… Nel periodo in cui frequentavo il Biennio con indirizzo meccanica, ho fatto uno stage in una ditta del posto ed è stato allora che ho capito: quello non sarebbe stato il mio lavoro.
Il mio futuro era l’allevamento del bestiame e così, finita la scuola, sono diventato coadiuvante del papà a tutti gli effetti. Ho fatto più di due anni di apprendistato e a 22 anni sono diventato titolare dell’azienda, con quasi 60 capi tra vacche e capre. Ero il più giovane imprenditore agricolo della Valle di Scalve e sono diventato socio conferente della Latteria Sociale Montana di Scalve”.
Gli occhi di Andrea brillano di soddisfazione. Motivatissima soddisfazione. Alla mia domanda su come abbia approfondito le sue conoscenze in campo, risponde:
“Per migliorarmi ho frequentato diversi corsi, ma quello a cui tengo di più e che mi dà tanta soddisfazione è stato quello per l’inseminazione delle vacche. Ho la possibilità di fecondarle artificialmente senza aver bisogno di nessuno mi sento orgoglioso anche perché i nuovi nati sono geneticamente migliori”.
Sorride compiaciuto Andrea e non si rabbuia neppure quando racconta che…
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