TAVERNOLA – Tutto esaurito per la visita all’Arboreto Fenaroli. Appunti di storia della nobile famiglia tavernolese

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Nei giorni 15 e 16 maggio – sabato e domenica – il FAI ha “battezzato” il primo ingresso ufficiale nello storico arboreto di Villa Elena di curiosi e di estimatori delle varie piante che lo compongono. Un gruppo di attivisti del “Fondo” italiano ha gestito gli ingressi di persone che avevano prenotato la visita in orari precisi: si è notato che praticamente tutti i prenotati si sono presentati all’orario giusto ed hanno trovato ad attenderli le “guide” locali esperte di botanica e a conoscenza delle caratteristiche del Giardino.

A gruppi di dodici sono quindi partiti a distanza di venti minuti i visitatori con la “guida” che, intrattenendosi all’esterno della villa, li ha informati sulla storia dell’arboreto e contestualmente sulla famiglia Fenaroli, discendente dall’antica e storica casata tavernolese.

Si tratta di un ramo dell’antica famiglia che appare già dal 1200 in atti notarili e che ha poi largamente popolato Tavernola, la sponda bresciana del lago e la città di Brescia. Una ricerca fatta da Giovanni Fenaroli di Pisogne (Brescia) dà conto del popolamento dell’Italia da parte dei Fenaroli: si contano fra loro un generale dell’esercito del re di Napoli che ordinò e fece eseguire un quadro dal Caravaggio per la sua cappella di famiglia nella chiesa dei Lombardi di Napoli (distrutto dal mitragliamento durante l’ultima guerra, ne rimangono testimonianza studi e fotografie). Importante è pure il musicista abruzzese Fedele, grande teorico di musica, cui la città di Lanciano in cui ha abitato ha dedicato il proprio grande teatro; meno importante ma pure famoso il geometra Giuseppe Fenaroli di Milano, figlio di un muratore-capomastro di Tavernola condannato all’ergastolo negli anni sessanta del secolo scorso per l’uccisione della moglie.

Famosissimi nel 1500 furono i “Signori” Fenaroli di Brescia, residenti a Tavernola ma anche a Brescia dove pagavano meno tasse perché all’epoca le tasse venivano pagate nella località di residenza se vi producevano reddito. I Fenaroli a Brescia vivevano in belle ville e facevano vita da signori pagando meno tasse perché il loro reddito veniva dai traffici di merci sul lago d’Iseo. Quando Brescia fu conquistata dai Francesi il componente di un gruppo di patrioti bresciani, Ventura Fenaroli, organizzò una congiura che fu scoperta e per questo si racconta che Ventura Fenaroli chiese di essere ascoltato davanti ad un folto pubblico per fare il nome dei compagni. I Francesi accondiscesero e si disposero, davanti alla folla, nella chiesa del Carmine dove Ventura fu condotto in catene. Qui, appena liberato dai ferri, Ventura Fenaroli afferrò il proprio pugnale e si trafisse. (Ai Fenaroli del 500 Brescia ha dedicato due vie)….

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