BERGAMO – L’INCHIESTA Padre Fidenzio Volpi e quell’inchiesta che scotta: ecco i documenti, lettere scritte col sangue, testimonianze shock di suore e quella telefonata…

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Due numeri fa. La vicenda di Padre Fidenzio Volpi (di Pianico, sepolto a Bergamo), il frate cappuccino a cui il Papa aveva affidato l’inchiesta sul convento degli orrori (violenze, giro di soldi e decessi ‘strani’) su cui la Procura di Roma ha aperto un’indagine perché sarebbe stato avvelenato a poco a poco dall’arsenico

, si infittisce. Nei giorni scorsi abbiamo ricevuto una lunga telefonata da un testimone chiave che vive sotto copertura e che era il braccio destro di Padre Fidenzio Volpi, una lunga telefonata, registrata, riascoltata molte volte, da cui abbiamo ricavato un lungo articolo che però per ora non può essere pubblicato, al vaglio degli inquirenti per non mettere a repentaglio l’inchiesta che c’è in corso e anche la vita della persona che ci ha telefonato.

Quindi qui ci limitiamo a proseguire nell’inchiesta sul filone, comunque non secondario, del convento degli orrori di Avellino. In mezzo storie di soldi, sesso e potere, dove la religione finisce in second’ordine con buona pace del povero Padre Fidenzio che ha fatto di tutto per cercare di pulire un ambiente sporco sino al midollo. Così mentre la Procura indaga anche sull’immenso patrimonio per ora sequestrato che conta qualcosa come 54 immobili, 17 terreni, un impianto radiofonico, 5 impianti… fotovoltaici e una casa editrice dove c’è anche odore… di camorra, noi ‘entriamo’ direttamente nel convento degli orrori, attraverso i documenti dell’inchiesta..

Una suora ha denunciato, per esempio, di aver firmato un patto di fedeltà a Padre Stefano Manelli (il fondatore dell’Istituto) con il sangue. Il sacerdote avrebbe smentito questo fatto, peccato, però, che una perizia grafologica sulla sua firma abbia accertato l’autenticità della stessa. Padre Manelli che avrebbe indotto un’altra religiosa alla prostituzione. Ad un’altra suora, di origine filippina, morta nel 2002 in Russia per meningite, sono state negate le cure con farmaci e medicine. Un’altra religiosa, molto ammalata, non venne dispensata dai digiuni, dall’alzata notturna e da tutto il penitenziale. La madre generale disse: “Se non siamo capaci di mantenere la nostra vita religiosa non siamo suore!“. La religiosa morì. I testimoni interrogati dagli inquirenti hanno affermato che chi arrivava al misterioso convento di Frigento doveva tagliare i ponti con le proprie famiglie e far credere di essere sparito nel nulla….

SUL NUMERO IN EDICOA DA VENERDI’ 4 NOVEMBRE

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