Antonietta sorride in mezzo ai suoi due angeli custodi, che poi uno dei due si chiama davvero Angelo (Zanni) ma con la A maiuscola in tutti i sensi, perché è raro vedere un nipote cosi legato alla propria zia, e poi c’è Vincenzo, che però tutti conoscono come Mimmo (Pegurri). Antonietta Pegurri, tra fiori e torte per il suo centesimo compleanno in Casa di Riposo a Sovere, alle spalle una vita di quelle che lasciano il segno e anche il sogno, sette fratelli, il mondo come casa e un cuore dove ospitare chi incontra: “Un vulcano – raccontano Angelo e Vincenzo – nella vita ha fatto di tutto, da ragazza girava con nostro nonno a vendere ferraglia e roba varia nei mercati. Poi ha lavorato come inserviente all’Ilva, è stata anche alla Bosio Lina a Clusone e dopo tutto questo turbinio è andata in Svizzera da una famiglia che le ha voluto tantissimo bene, come l’avesse adottata, avevano una fabbrica di cioccolato, faceva l’inserviente e la famiglia si è affezionata tantissimo a lei, come fosse una seconda madre”. Angelo e Mimmo sorridono: “Perché quando tornava per noi era festa, portava cioccolati di ogni tipo, coniglietti, cioccolatini, uova di Pasqua ripiene, una festa”. Angelo racconta: “Una volta sono stato da lei, nella fabbrica di cioccolato, mi sentivo nel paese dei balocchi”. Antonietta, un vulcano di meraviglia: “Una donna eccezionale – commentano – è rimasta in ottimi rapporti con tutti, sempre, come una madre che accoglie ma nello stesso tempo lascia liberi. Indipendente, sempre contenta, mai sentita lamentarsi”. E poi si è sposata contro tutto e tutti, nel 1975 a 54 anni, un’età per sposarsi a quei tempi abbastanza avanzata, ma per Antonietta non c’è niente di avanzato, anzi: “E cosi a 54 anni ha ricominciato una nuova vita, l’ennesima. Non era mai stata in America prima di allora e ci è andata, ha girato ovunque, Canada, Cascate del Niagara, ecc. sono stati insieme una trentina d’anni, poi lui, Agostino è morto, 30 anni meravigliosi, come del resto è tutta meravigliosa la vita di Antonietta”. Che ora viaggia con la testa ma Antonietta ha viaggiato col corpo dappertutto, Italia, Francia, Svizzera, Stati Uniti, ovunque. Poi quando è tornata in Italia ha lavorato per famosa ‘cooperativa’ del paese, dove si vendeva pane e alimentari, e anche lì un rapporto forte e sincero con la gente del paese. Come ha conosciuto Agostino? Che poi è diventato suo marito? “Era in ospedale, 1972, aveva preso una brutta polmonite, lui era lì e ha cominciato a corteggiarla, sembrava una cosa cosi e invece si sono amati davvero”. Quanto è morto Agostino (Canova di Sellere), Antonietta è rimasta per qualche anno a vivere da sola, poi un problema fisico, l’ospedale, e al ritorno quando le hanno detto che doveva scegliere tra badante e casa di Riposo ha scelto la Casa di Riposo, sapeva che i suoi due angeli custodi non l’avrebbero abbandonata, e infatti così è stato: “Ma quando andiamo noi a trovarla è lei che fa stare bene noi e lei per noi c’è sempre stata”. “Mio fratello – racconta Mimmo – era down, aveva problemi, e lei lo andava sempre a prendere, lo portava al mare, lo seguiva, lei ha sempre fatto star bene le persone vicine a lei”. Mimmo e Angelo snocciolano ricordi e aneddoti: “Il Pora, il Magnolini, le gite un po’ dappertutto, una vita di corsa e una corsa nella vita”….
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