Leggi per l’utilizzo delle macchinette da bar nei locali: cosa deve fare il gestore?

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    Ogni Italiano che si rispetti ha un proprio rito. Uno dei più diffusi, sicuramente, è quello di recarsi almeno una volta al giorno presso il bar di fiducia. Lì ci si può concedere qualche minuto di distrazione, prendere un caffè, fare colazione, incontrare gli amici per un aperitivo, chiacchierare con il barista, consultare le notizie sui giornali che solitamente sono presenti nel locale o trascorrere del tempo, laddove siano presenti, con le macchinette da bar. Queste, poi, si possono trovare anche nelle sale giochi o nelle tabaccherie, ma ci sono delle regole severe che ogni gestore deve rispettare senza trasgredire per far sì che possa tenere nel proprio locale questo tipo di apparecchi.

    Cosa dice la legge sulle slot machine

    Premessa fondamentale. La legge non vieta in maniera assoluta la presenza di slot machine da bar all’interno dei locali. Questo perché l’utilizzo di tali apparecchiature, che rientrano nel settore dell’intrattenimento, è consentito sul territorio nazionale, nonostante qualcuno abbia provato a scoraggiarlo, come successo a Valbondione dove il Comune ha deciso di esentare da un contributo per le ditte del territorio chi ospita le slot machine. Esistono, però, tutta una serie di regolamentazioni che riguarda le macchinette da bar, che ogni gestore deve conoscere e sulla quale deve rimanere aggiornato per non incorrere in sanzioni o nel sequestro delle medesime. Leggi che non sono solo a livello nazionale ma anche regionale.

    Leggi regionali sulle slot machine: l’esempio della Lombardia

    Tra le leggi regionali più importanti in merito alla regolamentazione delle slot machine c’è sicuramente quella emanata dalla Regione Lombardia il 21 ottobre del 2013, che riguarda le norme per la prevenzione e il trattamento del gioco d’azzardo patologico. Nello specifico, questa legge, tra gli altri punti, invita i gestori dei locali dove siano presenti slot machine a dotarsi di un codice etico e di autoregolamentazione per la salvaguardia dei giocatori. Inoltre, stabilisce delle sanzioni pecuniarie e penali per chi non dovesse attenersi alle norme riguardanti orari di utilizzo e distanza minima da rispettare da luoghi “sensibili”, come scuole, chiese o centri sportivi.

    Legge di stabilità slot machine 2016

    Per cercare di diminuire sensibilmente il numero di slot machine fisiche presenti sul territorio nazionale, lo Stato ha introdotto alcune misure all’interno del corpo della legge di stabilità del 2016. Andando nel dettaglio della manovra, la riduzione è pari a non meno del 30% degli apparecchi, sia quelli funzionanti e già attivi nei bar, nelle sale giochi o nelle tabaccherie, sia quelli ancora non smistati presenti nei diversi magazzini dei concessionari. L’obiettivo è quello di avere in totale nel nostro Paese un numero di slot machine non superiore alle 265mila unità. A compensare leggermente la diminuzione voluta per legge delle macchinette fisiche sono quelle virtuali, che permettono di interagire con una lista piuttosto lunga di slot gratis da bar presenti sul web fedeli a quelle che si potrebbero trovare in una sala reale, con tanto di simboli tradizionali, come la frutta o la scritta BAR, o del tutto innovative. Anche su queste, comunque, vige il controllo delle autorità, specialmente dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.

    Legge di stabilità slot machine: chi deve pagare

    Inoltre, la legge di stabilità ha introdotto un onere fiscale relativo alle slot machine da 500 milioni di euro totali che riguarda in maniera maggiore i concessionari delle macchinette, quindi i vari Lottomatica, Bplus e via dicendo. Questi devono pagare allo Stato una parte di quella somma, calcolata sulla base del numero di apparecchi a disposizione, anche se ultimamente qualcuno ha cercato di venir meno all’impegno erariale. Ma anche i gestori dei locali che decidono di prendere alcune slot machine legali e di metterle a disposizione dei clienti sono partecipi della filiera del divertimento ed è per questo che partecipano al pagamento della maxi tassa sui 500 milioni imposta al settore delle slot attraverso un versamento avvenuto in seguito a una revisione delle somme incassate al netto delle vincite dei clienti.

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