Se esiste un oggetto che non possiamo non avere in casa, quello è un mazzo di carte. In base alla regione in cui abitiamo, poi, ci sarà un mazzo ad hoc, che si differenzia dagli altri non per il numero di carte, che sono sempre 40, e nemmeno per i semi. Quello che distingue un mazzo dall’altro in Italia sono le rappresentazioni di numeri e figure. Di varietà ne esistono tante: si va dalle trevigiane alle piacentine, fino ad arrivare a napoletane e siciliane, solo per citarne alcune. I giochi, poi, che si possono fare con le carte italiane sono davvero numerosi. Basti pensare alla briscola, al tresette, al sette e mezzo o alla scopa. Un gioco, quest’ultimo, che ha anche alcune varianti sul tema. Per esempio ci si può giocare sia in coppia, sia in 4, in quello che viene definito anche Scopone Scientifico. Un gioco, quest’ultimo, reso famoso anche dall’omonimo film di Alberto Sordi, scomparso 18 anni fa nella sua villa alle Terme di Caracalla. La scopa, in generale, è probabilmente uno dei giochi più gettonati dagli italiani, di cui tutti conoscono le regole e al quale nessuno vorrebbe perdere, specialmente nell’uno contro uno. Eppure esistono alcuni metodi di calcolo che potrebbero rendere la partita più agevole, dato che ci consentono di contare le carte e ricordarci di quelle che sono già uscite sul tavolo o sono state prese dall’avversario. Di seguito cercheremo di svelarne uno dei più famosi in circolazione, la regola del 48, che tra le altre sembra essere la più efficace ma anche la più complicata da mettere in atto durante la partita.
Memoria e valore delle carte a scopa sono fondamentali
Prima di vedere nel dettaglio come contare le carte a scopa e la regola del 48, è fondamentale comprendere come nelle carte la memoria possa essere alla base di una vittoria insieme alla matematica. Se si combinano le due cose il gioco è pressoché fatto. Giocare contro un avversario che non ha a cuore il ricordarsi le carte che sono state calate o prese dal tavolo è certamente un vantaggio. Questo ci consentirà di prevedere, specialmente nel finale, quali carte sono rimaste in gioco e capire come poter sfruttare al meglio il proprio turno per confermare o ribaltare il risultato in corso. Il valore delle carte a scopa, infine, è fondamentale, dato che alcune di esse ci permettono di realizzare punti importanti: vedasi ad esempio il sette, utile sia nella primiera sia se è quello di denari, che vale di per sé un punto essendo il “sette bello”.
Come si fa il 48 a scopa
Il metodo di calcolo più diffuso per quel che riguarda la scopa è sicuramente quello del 48, un numero che non c’entra nulla, in realtà, con il gioco in sé. Il sistema è piuttosto complicato e, come dicevamo, si basa molto sulla memoria e l’attenzione del giocatore durante la singola partita. Si può anche usare come ottimo esercizio per la mente, dato che si basa sulla logica e la velocità di pensiero. Un buon metodo per allenarsi, magari, è giocare a scopa da soli contro il computer. Per farlo si possono usare diverse app o siti dedicati come ad esempio portali come Minniebet. Ecco, dunque, come contare il 48: le carte che vanno prese in considerazione sono solo quelle prese non a coppia, come, ad esempio, un 7 che pesca dal tavolo un 4 e un 3. A questo punto le carte da ricordare sono il 7, il 4 e il 3. Se poi l’avversario prende un 5 con la combinazione 2+3, la carta che dobbiamo toglierci dalla mente sarà il 3, che torna in coppia nuovamente, mentre dovremmo ricordarci il 5 e il 2, oltre al 7 e il 4. Così fino all’ultima mano, quando avremo in testa solo le carte non ancora in coppia che devono essere per forza di cose giocate. Ecco dunque spiegato come si fa il 48 a scopa.