La strada litoranea della sponda bergamasca del lago d’Iseo, la “famosa 469” ha subito un nuovo attacco nella giornata di domenica 1 agosto. A pochi minuti dalle 16 del pomeriggio, pare per la caduta di un fulmine entrato da un finestrone della galleria, con un grande frastuono tutto l’impianto elettrico è saltato e una parte del soffitto interno si è staccata finendo sulla carreggiata.
Le poche (per fortuna) auto che in quel momento attraversavano la galleria ne hanno fatto le spese, in particolare il cittadino tedesco che si apprestava a raggiungere Zu per passarvi una settimana di vacanze con la moglie e il figlio: la sua auto infatti ha “raccolto” un grosso sasso che ha accompagnato i tedeschi fino all’uscita dalla galleria. Stesso problema per i nonni di Giorgio, bambino di sei mesi che era appena passato in galleria al momento del fulmine: la loro auto ha fatto uno scivolamento sul pietrame facendo elevare al cielo urla di spavento della giovane nonna…
Immediatamente avvertiti, i sindaci dei due Comuni confinanti con la galleria, e cioè Tavernola e Predore, hanno chiamato l’ANAS e altri mezzi utili per valutare i danni, poi hanno chiuso al traffico l’attraversamento della galleria.
Questo è l’ennesimo incidente che provoca difficoltà di traffico in zona. Ricordiamo, tanto per far capire che si tratta di situazioni difficili, l’andazzo del 2021: oltre alle numerose difficoltà sul tratto Tavernola-Riva di Solto, la situazione di grave rischio per la frana individuata il 23 febbraio del Monte Saresano che ha reso impossibile utilizzare le due strade per raggiungere il Comune di Parzanica e che tiene con il fiato sospeso la parte sul lago del Comune di Tavernola.
C’è poi stata la frana nel mese di maggio di due grossi massi caduti sulla litoranea dal Monte Corno di Predore, che ha richiesto la chiusura della strada per tre giorni, e la caduta, recente, di un grosso masso finito direttamente sulla ciclopedonale dopo essersi staccato dall’alto del monte.
Con il fulmine che ha tolto la corrente e mezzo disintegrata la volta della galleria si è raggiunto un punto di non ritorno. E c’è quella ciclopedonale a suo tempo realizzata dalla ex Comunità Montana del Basso Sebino che aveva interamente sostenuto i costi della ristrutturazione (due miliardi di vecchie lire)…
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