TRESCORE – I QUARTIERI/5 – Strada e Riva, due contrade sull’antica via che da Bergamo portava a Bolzano

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Un caldo giovedì mattina agostano. La grande rotatoria che da Trescore Balneario conduce a Gorlago e alla superstrada, è intasata di auto, furgoni e camion che stanno rallentando. Arriva a sirene spiegate un’ambulanza che, con fatica, riesce a farsi strada.

È proprio da qui che ricomincia il nostro viaggio nei quartieri della cittadina termale. Subito dopo la rotatoria c’è l’imbocco di Via Brescia, la strada che attraversa l’antica contrada ‘Riva’. Dopo poche centinaia di metri si incontra il Torrente Tadone, tristemente asciutto, che segna il confine con il quartiere ‘Strada’.

L’importanza storica di questa zona di Trescore ci viene spiegata da un anziano residente. “Una volta, prima che venissero realizzate la Statale e la Provinciale, passava proprio da qui la strada che da Bergamo passava per Gorlago, Trescore, la Val Cavallina e la Val Camonica, e alla fine arrivava a Bolzano. Era un’antica via usata dai mercanti dell’epoca. È per questo motivo che il quartiere che parte dopo il Tadone si chiama Strada, proprio perché da qui passava una vera e propria strada, non un sentiero di campagna. Poi, ovviamente, quando sono state fatte le grandi strade che oggi percorriamo in auto, il traffico si è spostato. Non è però un caso – spiega questo abitante di Riva molto ferrato in storia locale – se lungo la vecchia strada si trovano ancora oggi antichi edifici, grandi palazzi e chiese. Li hanno costruiti perché la gente passava di qui, mentre adesso ci passiamo solo noi residenti…”.

Camminando lungo Via Brescia, l’arteria della contrada Riva, troviamo ad un certo punto un edificio con la targa “Cascina La Riva”. Tre parole che ricalcano l’antico nome del quartiere; dai campanelli, però, traspare qualcosa di nuovo… infatti i cognomi dei condomini sono in gran parte stranieri. Non è un caso se da un’auto che passa si nota un turbante nero sulla testa dell’autista. Nella zona di Trescore, come pure in altri paesi della Val Cavallina, abitano infatti molte famiglie provenienti dall’India.

Arriviamo al confine naturale tra i quartieri Riva e Strada, il torrente Tadone. A sinistra si erge una figura decadente. È la statua di San Giovanni Nepomuceno. La testa è coperta dalle foglie di un albero e ai piedi della statua c’è l’erba alta. Un’antica statua tristemente abbandonata al suo destino… anche questo è un segno dei tempi…  Questa statua era stata posata sul ponte del Tadone esattamente 250 anni fa, nel lontano 1771 dal conte Giovanni Maria Mosconi per una grazia ricevuta. Le statue di ‘San Gioàn di pucc’ venivano anticamente posate nelle vicinanze dei ponti.

Oltre il Tadone, all’inizio di Via Roma, ci troviamo nel quartiere Strada e, immediatamente, davanti agli occhi si erge la possente figura di un palazzo.

Si tratta del Palazzo delle Stanze, vecchio di alcuni secoli. Qui hanno vissuto ricche famiglie, come

i Lanzi, gli Zonca, i Vitalba, i Giovanelli. Questi ultimi ci hanno vissuto dalla metà del Settecento fino quasi al 1870, quando il complesso entrò in proprietà della famiglia svizzera De Gonzenbach, che vi impiantò una filanda, rimasta in funzione fino agli anni Trenta. Dopo essere diventato di proprietà comunale negli anni Ottanta, il complesso ospita, oltre la biblioteca, appartamenti e sala riunioni; sono stati messi in luce i resti degli affreschi medievali; è stato bonificato il parco con le piante secolari e tutta l’ampia area circostante è stata trasformata in parco urbano.

Entriamo nel grande palazzo, un edificio molto ‘animato’. Si capisce subito che non si tratta del solito antico palazzo abbandonato a se stesso.

Appoggiata ad un muretto, un’anziana signora sta ammirando il parco sottostante. I suoi occhi osservano la gente che passa. Poi, si volta verso di noi. Un largo sorriso illumina il suo volto, poi lo nasconde con la mascherina azzurra e comincia a parlare.

Io abito da alcuni anni negli appartamenti comunali qui alle ‘Stanze’…

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