Don Angelo e don Alberto Varinelli hanno condiviso un percorso lungo undici anni, nella stessa Parrocchia, nella stessa casa parrocchiale. Chi meglio di te lo conosce? “Infatti, credo in pochi (ride, ndr). Lui è diventato parroco di Grumello nel 2010, quando io sono diventato prete e poi curato di Telgate. Nel 2015 è andato via il curato di Grumello, ruolo che è stato affidato a me e quindi il rapporto di collaborazione si è intensificato ancor di più”. Come lo descrivi? “Se dovessi utilizzare un’immagine evangelica non avrei dubbi: il Pastore. Non c’è nulla che lo descrive meglio, perché ricorda il nome di tutti, conosce la storia di chiunque si trova di fronte, ha sempre una parola per tutti, non solo chi frequenta la Chiesa. Ha anche una grande attenzione nei confronti delle persone più bisognose, chi ha suonato il campanello della casa parrocchiale non è mai uscito a mani vuote… piuttosto rinuncia lui a qualcosa, ma il suo aiuto non è mai mancato. E poi il profondo rispetto che ha anche nei confronti dei preti, ognuno di noi ha il suo modo di vedere le cose, ma anche se ci sono delle idee diverse è sempre stato rispettoso… insomma non è il parroco che decide senza ascoltare il pensiero degli altri. È una persona molto acculturata, ma non lo ha mai ostentato…
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