LA CALDA ESTATE DEI SINDACI A FINE MANDATO – GORNO Calegari: “Fare il sindaco? Mi piace e mi diverte” “Ho a casa una trentina di animali, oche, anatre, faraone, conigli… Tutti liberi nel prato… un cane che ho chiamato Gluck per la canzone di Celentano e due gatti. Mi distraggo così”

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“Un uomo per tutte le stagioni” (politiche) ma non ancora nell’età canonica fissata da Paolo VI per le dimissioni dei Vescovi e dei preti: 75 anni. Giampiero Calegari ha 70 anni, va per i 71 (li compie il 25 novembre: “Il giorno in cui compiva gli anni anche Papa Giovanni”. Vedete che i Papi c’entrano? Due mandati da Presidente della Comunità Montana, già tre mandati da sindaco, pronto per il quarto mandato. Chi te lo fa fare? “Mi piace e mi diverto”. Finalmente uno che non si appella a chissà quali motivazioni sociali. Facciamo un balzo indietro. “Sono nato a Bergamo…”. Nel 1950 si nasceva ancora in casa era raro partorire in ospedale. “Mia mamma, si chiamava Teresa, aveva avuto un parto sfortunato per cui si era preferito farla partorire in ospedale”. Il papà che lavoro faceva? “Si chiamava Angelo, era impiegato all’AMMI la società che allora gestiva le miniere. Allora le paghe si davano in contanti. Lui era il cassiere. E’ morto a 62 anni, ancora giovane”. Le scuole: “Le elementari le ho fatte a Gorno. Eravamo in tanti, due prime e due econde me le ricordo. Il mio maestro era Giovanni Filisetti, era di Ardesio, arriva a scuola tutti i giorni con la sua lambretta. Quando ho fatto costruire la scuola nuova a Gorno ho voluto che fosse lui a tagliare il nastro”. Che scolaro eri? “Ero taciturno, avevo paura di sbagliare, sentivo i miei compagni dire le cose che avrei voluto e saputo dire io, ma non sono mai stato una cima, sopravvivevo…”.

Poi le scuole Medie. “Il primo anno i miei mi hanno messo in Collegio, all’Angelo Maj di Clusone, perché il viaggio era scomodo. Dovevo prendere la corriera che portava a Nossa, poi aspettavo quella che prendeva la donne che lavoravano alla Cantoni, arrivavo a casa alle tre del pomeriggio. Ma in collegio non mi sono trovato bene, non mi piaceva, e il secondo anno ho preferito prendere le varie corriere…”.

Poi le superiori. “Ho fatto la ragioneria a Clusone, nello stabile che adesso ospita la Comunità Montana, in Via Dante. E appena diplomato ho cominciato a lavorare in Banca ad Albino. La politica? Non mi interessava. Ad Albino ho conosciuto mia moglie. Si chiama Margherita, era di Rovetta, lavorava ad Albino e a mezzogiorno si incontravamo in trattoria ‘Al Ponte’. Ci siamo conosciuti e il 21 luglio del 1984 ci siamo sposati nella chiesa di Rovetta, ci ha sposato il parroco don Gaetano. Mi ricordo che dovevo frequentare il corso per fidanzati, ma il viaggio e il lavoro mi lasciavano poco tempo e allora don Gaetano mi ha fatto un corso accelerato di tre sere. Poi siamo andati ad abitare a Gorno nella casa dei miei genitori. E’ in quel periodo che è venuto uno a chiedermi se volevo entrare in lista per le elezioni comunali di Gorno. Ho cominciato da lì. Sindaco era Italo Guerinoni”.

La prima auto che hai avuto? …

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